Gianfranco Fini indagato per riciclaggio

Il leader di An Gianfranco Fini è indagato per riciclaggio all’interno dell’inchiesta che ha portato la Guardia di Finanza a sequestrare beni per 5 milioni alla famiglia Tulliani.

Incomincia tutto con l’arresto nell’isola caraibica di Saint Martin del re delle slot Francesco Corallo, l’imprenditore catanese divenuto miliardario grazie alla gestione del gioco d’azzardo legalizzato, indagato per essere a capo di un’associazione per delinquere finalizzata al riciclaggio di denaro sottratto al fisco. Si parla di oltre 250 milioni di euro che il suo gruppo Atlantis-Bplus, ora Global Starnet, avrebbe dovuto garantire allo Stato italiano come tasse sui profitti derivanti dalle migliaia di slot, una vera e propria sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte. Con lui vengono arrestati altri 5 indagati: Rudolf Theodor, Anna Baetsen, Alessandro La Monica, Arturo Vespignani e Amedeo Laboccetta.

 

Nell’ambito delle indagini sarebbe emerso lo stretto rapporto con la famiglia Tulliani, nello specifico dai sequestri effettuati dalla Guardia di Finanza e dai vari controlli sui conti bancari Elisabetta Tulliani (consorte dell’ex presidente della camera Gianfranco Fini), suo fratello Giancarlo e il padre Sergio avrebbero «trasferito ed occultato, attraverso operazioni di frazionamento e reciproci passaggi bancari, quei profitti illeciti delle offshore di Corallo, utilizzando propri conti bancari in Italia e all’estero». E ora spunta di nuovo fuori la faccenda del maxi immobile di Montecarlo, il famoso appartamento di Alleanza Nazionale e la notevole plusvalenza ricavata dalla sua vendita: Giancarlo Tulliani, dopo aver acquistato l’immobile mediante i fondi segreti di Corallo e aver rivenduto l’appartamento, avrebbe bonificato qualcosa come 739 mila dollari alla sorella Elisabetta. Ora i Tulliani «sono accusati di riciclaggio e reimpiego di capitali illeciti a favore di Corallo e di autoriciclaggio nel proprio interesse», e l’inchiesta non poteva certo lasciar fuori il leader di AN Gianfranco Fini, raggiunto da un avviso di garanzia nel quale gli si contesterebbe un presunto concorso nel reato di riciclaggio legato ai cosiddetti fondi neri di Corallo.

 

L’ex Presidente della Camera però si dice a posto con la coscienza e considera l’avviso come un atto dovuto e necessario: «Sono molto di più che sereno – dichiara in un’intervista al Corriere – quando hai fiducia nell’operato della magistratura, non puoi che aspettare che indaghino tranquillamente. Ovvio che debbano avvisarmi, per questo dico che è un atto dovuto… Aspettiamo l’esito di queste indagini. Su questa storia, oggi come ieri, non ho nulla da temere».

 

 

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