Parigi, ragazzo stuprato dalla polizia con un manganello
La Francia piomba nell’orrore e nella vergogna più profonda. Nel week-end scorso, durante un’operazione antidroga nella periferia di Aulnay-sous-Bois a nord di Parigi, quattro agenti di polizia hanno fermato, pestato a sangue e sodomizzato con un manganello Théo, un ragazzo di 22 anni forse solo colpevole di essere nero. Il ragazzo stuprato dalla polizia con un manganello ora si trova in ospedale con una prognosi di 60 giorni e ha subìto un intervento chirurgico d’urgenza. Gli scontri e le proteste nella capitale francese proseguono da tre giorni senza tregua. Appresa la notizia dalla stampa locale, molti parigini sono insorti e hanno dato il via ad una vera e propria guerriglia urbana contro la polizia nella periferia parigina. Durante gli scontri sono stati bruciati una ventina di cassonetti e una decina di automobili ed è stata sabotata la rete elettrica del quartiere. Le Parisien fa sapere che, nella notte tra lunedì e martedì, sono stati arrestati 26 manifestanti che protestavano contro le forze dell’ordine.
I fatti: Théo, il ragazzo stuprato dalla polizia con un manganello
Lo scorso giovedì il giovane è stato fermato dalla polizia per un normale controllo nell’ambito di una più vasta operazione antidroga. Dopo averlo sbattuto al muro, i quattro poliziotti hanno iniziato a pestarlo a sangue. Théo ha dichiarato in un’intervista: «Sapevo che in quel punto dove ci trovavamo non c’erano telecamere, così sono riuscito a divincolarmi e sono arrivato dove sapevo che erano presenti. Non ho cercato di fuggire». Così le telecamere di videosorveglianza hanno ripreso tutto, anche il momento in cui un agente di polizia gli ha abbassato i pantaloni della tuta e lo ha stuprato con un manganello. Poi lo hanno caricato in macchina e lo hanno ricoperto di insulti a sfondo razziale come: “negro”, “puttana”. Quando il ragazzo è stato portato in commissariato aveva il volto completamente tumefatto e sanguinava dal retto. È stato quindi portato in ospedale, dove i medici hanno potuto constatare le gravissime lesioni dell’ultima parte dell’intestino e una forte emorragia in corso. Il referto medico ha parlato di “importanti lesioni che corrispondono chiaramente all’introduzione di un manganello nel retto del ragazzo”. Théo ha subìto un intervento chirurgico data la gravità delle sue condizioni. Tutti gli agenti sono stati sospesi dal servizio e uno dei quattro è accusato di stupro. L’agente di polizia accusato di aver stuprato Théo si è difeso dichiarando che si sarebbe trattato solo di un “incidente”. La tuta del giovane, secondo la ricostruzione del poliziotto, si sarebbe abbassata da sola e inoltre il manganello si sarebbe introdotto autonomamente nell’ano del ragazzo. Intanto il presidente Francois Hollande è andato a far visita al giovane Théo ricoverato in ospedale, elogiandone il comportamento esemplare. Queste le parole di Hollande: «Ci tenevo a venire a trovare Théo e la sua famiglia. Ha reagito con dignità e responsabilità. La giustizia sta indagando e andrà fino in fondo». Marine Le Pen invece ha dichiarato di «condannare le sommosse e di sostenere sempre (come principio di base) la polizia». L’abuso di potere delle forze dell’ordine e l’assalto brutale nei confronti del ragazzo sono stati filmati dalle telecamere di videosorveglianza presenti in loco e sono state immortalate le agghiaccianti immagini della violenza sessuale.
Ogni volta si ripete la stessa storia, chi viene accusato evoca sempre e comunque fantomatici “incidenti” o “normali controlli” finiti male. Il caso francese del giovane Théo purtroppo, come ben sappiamo, non è un caso isolato e ci ricorda dolorosamente alcuni casi di cronaca avvenuti in Italia e negli Stati Uniti. Impossibile dimenticare i casi Aldrovandi, Cucchi, e il lungo e doloroso rosario di nomi delle vittime di analoghi “incidenti”. Stando alle dichiarazioni della difesa della polizia, Federico Aldrovandi sarebbe morto per un malore dovuto ad un eccesso di sostanze psicotrope, Stefano Cucchi sarebbe morto per un attacco epilettico, Théo sarebbe stato sodomizzato per un “incidente” di percorso durante il quale i pantaloni della tuta sarebbero scivolati e il manganello si sarebbe introdotto da solo nel retto del ragazzo. Ma il sangue sotto la testa di Federico, il volto tumefatto di Stefano e le lesioni di Théo sembrano raccontarci un’altra storia, una storia di violenza difficile da nascondere sotto il tappeto con un colpo di depistaggio. Impossibile dimenticare anche i casi verificatisi negli Stati Uniti, in cui la morte per mano della polizia di molti ragazzi afroamericani – ricordiamo, tra gli altri, Tyree King, Eric Garner, Trayvon Martin, Mike Brown, Laquan McDonald, Tamir Rice, Freddy Gray – ha scatenato con manifestazioni e proteste in ogni angolo degli Stati Uniti di dimensioni ben più imponenti di quelle degli ultimi giorni in Francia.
Secondo l’articolo 3 della Convenzione europea dei diritti umani «Nessuno può essere sottoposto a tortura né a pene o trattamenti inumani o degradanti». Bisognerebbe ricordarselo più spesso e la storia, in questo senso, dovrebbe insegnarci qualcosa.
Vai alla home page di LineaDiretta24
Leggi altri articoli dello stesso autore
Twitter: @Vale_Perucca