Belgio: chip sottopelle al posto del badge, al via la sperimentazione sui dipendenti
IL CASO DEL CHIP SOTTOPELLE – Sono le ore 7 del mattino, vi siete appena svegliati, il vostro smartphone ha controllato tutti i vostri parametri vitali e vi ricorda che siete leggermente in sovrappeso, vi suggerisce un’applicazione in grado di aiutarvi a tenere la linea. Dopo esservi preparati vi accingete ad entrare in macchina. La macchina si apre da sola, con un lieve gesto della mano, sembra riconoscervi. Quando vi accomodate vi saluta cordialmente per nome e non servono chiavi, basta pronunciare poche frasi e si avvia automaticamente mentre controllate le ultime news direttamente sul parabrezza. Agli ingressi del lavoro nessuna barriera, nessun badge da tirare fuori, entrate diretti e vi dirigete decisi verso la caffetteria automatizzata. Ordinate la vostra colazione con l’apposita applicazione sul telefono, poi pagate senza soldi o carta, ancora con un semplice gesto della mano. Avviandovi infine verso il vostro posto di lavoro.
UN FUTURO NON COSI LONTANO – Sembra l’inizio di un film di fantascienza, ma potrebbe essere il racconto di una normale giornata di lavoro da qui a qualche anno. In Belgio è infatti iniziata ufficialmente la sperimentazione dei chip sottopelle al posto dei tradizionali badge. La società di marketing digitale Newfusion ha impiantato ad alcuni dipendenti (rigorosamente volontari) degli avanzati chip sottopelle contenenti tutti i loro dati personali. Grandi più o meno come un chicco di riso, i chip sono stati inseriti tra indice e pollice e consentono di entrare ed uscire dall’azienda, accedere ai computer ed essere, potenzialmente, monitorati h24.
UN FUTURO DI CONTROLLO? – Il direttore dell’azienda, Vincent Nys ha spiegato che l’idea è nata “quasi per gioco“, da parte di un dipendente particolarmente smemorato che era solito dimenticare il proprio badge, ma che l’adesione al progetto resta “totalmente volontaria“. Nys ha anche aggiunto che “un iPhone è dieci volte più pericoloso di un chip sottopelle in termini di privacy e che la tecnologia ha lo scopo di migliorare la nostra vita quotidiana e non bisogna averne paura“. Ovviamente le rassicurazioni del signor Nys non hanno evitato i commenti dei numerosi teorici del complotto sparsi nel mondo, secondo i quali questo è l’ennesimo passo verso il controllo totale di ogni singolo individuo da parte di autorità sempre più opprimenti e dispotiche. Migliaia di informazioni su spostamenti, abitudini e tempistiche, diventano potenzialmente registrabili, analizzabili e vendibili da terzi. Anche secondo Alexis Deswaef, presidente della lega per i diritti dell’uomo belga: “il pericolo è concreto, perché si è di fronte ad uno strumento di controllo totale“. Ricordiamo che questo è il primo caso di sperimentazione di chip sottopelle in Europa, mentre negli Stati Uniti la sperimentazione è già iniziata da qualche anno, nonostante anche li ci siano degli stati che hanno vietato esplicitamente la procedura.
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