Mondo Magico, quando il folclore della nostra tradizione diventa un film
Karl Popper era del parere che alcuni tipi di tradizione sono propri di un luogo e non possono essere facilmente trapiantati; si tratta di beni preziosi, ed è molto difficile ristabilirli una volta che siano andati perduti. La missione di Mondo Magico, opera prima di Raffaele Schettino e scritta in collaborazione con Daniele Trovato, è proprio quella di recuperare e di trasmettere alle nuove generazioni una fetta del patrimonio del sapere italico che altrimenti rischierebbe di cadere nei territori sterili della dimenticanza.
Ambientato durante la Seconda guerra mondiale – uno dei capitoli più tragici che ha segnato la storia contemporanea – Mondo Magico narra le peripezie di Gianni (Raffaele Schettino) il quale, fuggito dalla Russia negli anni ’40, si ritroverà coinvolto in una catena di vicende che cambieranno il suo destino. Dopo aver trovato asilo presso una famiglia in provincia di Cremona, si innamora di Teresa (Chiara Trevisonni): una donna di una bellezza unica e avvolta da un’aura oscura e misteriosa. Ma intanto gli anni passano e arriva il giorno dell’armistizio: Gianni lascia Teresa – con la promessa di tornare e di prenderla in moglie – partendo alla volta di Frigento, in Irpinia, la terra che vide i natali del protagonista. E così, in quel posto che non riusciva a distinguere nettamente il momento magico dal momento religioso, il passionale Gianni incontra il suo primo amore Tina (Alessandra Tavarone). Ma l’idillio termina quando Teresa “la masca” (“la strega”) , non avendo più notizie del suo promesso sposo, si reca a Frigento: accecata dalla gelosia – come la mitica Diana – lo condanna a una vita di sventure attraverso la magia oscura.
Basato su una storia vera accaduta in Irpinia, potremmo definire il film Mondo Magico un autentico trattato di antropologia culturale. Il materiale, oggetto del documentario, spazia dai canti partigiani alla fascinazione della magia intesa come forza ostile. E così, mentre il Coro dei Cantori della Valnerina ricostruisce il tessuto folcloristico delle antiche tradizioni popolari italiane portando in scena gli abitanti dei luoghi in cui si snoda la storia, filmati in bianco e nero ci propongono immagini di repertorio. La reazione che ne consegue è forte e immediata: Mondo Magico non è un film, Mondo Magico è il racconto autentico di una generazione non troppo distante dalla nostra. Dalla parola cantata, alla parola accompagnata dal ‘gesto’: in un attimo ci ritroviamo catapultati in quel sud stregato accuratamente descritto da Ernesto De Martino dove la bassa magia cerimoniale, ovvero il malocchio, è un’influenza maligna che può comportare dalla semplice fattura alla decisiva fattura a morte. In questo intreccio, fatto di guerra, amore e tentativo di libertà fisica e spirituale, Mondo Magico è un film che attraverso una semplice successione di eventi, è in grado di raccontare gli episodi storici dal punto di vista della gente comune, ovvero coloro che sono stati vittime di situazioni senza volerlo e probabilmente neanche ne capivano il motivo. La Memoria rende il passato presente, la speranza rende presente il futuro, scrisse Carlo Dossi: Mondo Magico è un film del presente e sicuramente – come una favola dei Grimm – da essere tramandato alle prossime generazioni.
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