«Qui Cècile Kyenge», la Padania passa il segno
Il quotidiano «la Padania» ama i toni forti ma stavolta la provocazione, dietro una malcelata parvenza di nota informativa, trasfigura in una sorta di campagna intimidatoria ai danni del ministro dell’Integrazione Cécile Kyenge. Ogni giorno a pagina 14 del giornale.
La Lega Nord, consacrata alla dubbia religione del ‘celodurismo’, ci ha da sempre abituati a frasi e gesti provocatori, eppure i “razzisti nostrani”, come li ha definiti Vendola, sono riusciti ancora a sconcertare, passando però il segno. L’idea geniale della direttrice del quotidiano del Carroccio Aurora Lussana è quella di affiancare alla rubrica sugli appuntamenti territoriali del partito la pubblicazione dell’agenda del ministro Kyenge. Su «la Padania» appare dunque la rubrica “Qui Cécile Kyenge“, che ha nel mirino la ministro e tutti i suoi movimenti pubblici. Perché i suoi spostamenti debbano interessare ai leghisti più di quelli di Salvini resta un mistero. «I nostri lettori hanno visto che in questi nove mesi Kyenge non ha prodotto alcun provvedimento in Consiglio dei ministri e in Parlamento» ha detto la Lussana in risposta alle tante proteste che si sono subito levate da Pd e Sel, e sulla ragion d’essere della rubrica ha specificato: «Si tratta dell’elenco dei suoi appuntamenti pubblici, pubblicati sul portale del ministero: noi facciamo informazione sull’attività dei membri del governo. I nostri lettori vogliono sapere dove Kyenge si reca per ascoltare i suoi annunci e le sue chiacchiere: è giusto informarli». “I membri” del governo sono giustamente declinati al plurale, però il quotidiano ha scelto di monitorare una persona sola ed è questa specifica scelta che con un gesto spazza via le pretese di informazione e lascia trapelare discriminazione e violenza.
In un paese che si affanna, giustamente, a combattere il bullismo nelle scuole, lo stalking e le varie forme di violenza psicologica, questo anacronistico salto indietro sembra cancellare con un colpo di spugna anni di storia e migliaia di pagine di libri che raccontavano, a chi il razzismo non l’ha vissuto, di come ci si possa scivolare dentro quasi senza rendersene conto, accettando decisioni che diventavano ogni giorno un po’ più radicali. Ma leggere e pensare del resto non sono obbligatori. Il Presidente della lega Nord al Senato, Massimo Bitonci, anziché fare ammenda sul’accaduto, rilancia: «La gente ha paura a uscire la sera. Leggo che la Kyenge e la sua consigliera Livia Turco vogliono le quote riservate agli immigrati nella società. Siamo alla demenza. La Turco non sa niente di niente, e la Kyenge non è qualificata per questo incarico molto delicato. La Kyenge non sa cos’è l’integrazione, non sa niente di niente, vuole favorire la negritudine come in Francia, ma noi possiamo farne a meno».
Le proteste e le reazioni indignate si sono ovviamente sollevate numerose. I senatori Pd Mauro Del Barba e Roberto Cociancich hanno chiesto alla lega di intervenire sul giornale, tuonando che la rubrica è ai limiti dell’intimidazione. La replica del segretario Salvini non si è fatta attendere, a difesa del quotidiano e con un atteggiamento di sufficienza nei confronti degli accusatori: «Due senatori del Pd, tali Del Barba e Cociancich, denunciano una “gravissima intimidazione” da parte del quotidiano “la Padania”. Sono ridicoli». Ma quanto ad atteggiamenti di sufficienza il centrosinistra ha appena imparato un paio di giochetti della scuola Renzi e la Kyenge non esista a farli suoi, evitando il vittimismo e sfoggiando ironia. Così ai giornalisti che la incalzavano sulla questione ha risposto con un sorriso : «La Padania chi?».