Valeria Farinacci: “A Sanremo con impegno e passione” [INTERVISTA]
Spesso, in tv o per strada, sentiamo definire – a volte, a ragion veduta- le nuove generazioni come nullafacenti, superficiali e pressappochiste, fin troppo immerse, per dirla alla maniera di Fedez nella canzone Generazione Boh, nel mondo digitale e poco interessate a quello che accade intorno a loro, ma, se capita di soffermarti a parlare con Valeria Farinacci, interprete di 23 anni, in gara a Sanremo 2017 nella categoria Giovani, capisci subito che lei non fa parte di quella categoria.
Umbra d’origine, laureata con 110 e lode in Mediazione Linguistico-Culturale e forte del suo innato talento per la musica, la Farinacci è una ragazza spigliata, solare e determinata che, con costanza e passione, è riuscita ad incantare la giuria di Area Sanremo con il brano Insieme, scritto per lei da una delle più autorevoli penne della musica italiana, Giuseppe Anastasi.
Ed è proprio il suo modo d’interpretare quella ballata intensa e delicata, che la porterà, tra qualche giorno, a calcare il palco dell’Ariston, a spingerci a conoscere meglio Valeria Farinacci e a volerne sapere di più sulle sue esperienze pregresse e sui suoi progetti futuri.
Partiamo subito con una domanda sulla tua prossima esperienza sanremese: come ci si sente a calcare, a soli 23 anni e dopo l’esperienza di Area Sanremo, che tu stessa hai definito formativa, il palco della kermesse più famosa della canzone italiana?
E’ un’emozione grandissima, per di più inaspettata, dato che, provenendo da Area Sanremo, le mie aspettative sull’arrivare sul palco erano minori. Non avendo una casa discografica durante il concorso (tutti i ragazzi sono affiancati, sin dall’inizio, da una casa discografica) e quindi averlo fatto da sola, con la mia valigia ed esser partita ed aver presentato un brano, le aspettative erano minori. Sanremo è sia un grande punto di partenza visto che è un palco importante, e sia, nel mio piccolo, un punto d’arrivo. E chi se l’aspettava!
E, proprio perché non hai perso tempo, ti sei da poco laureata con il massimo dei voti…
Sì, ho fatto in contemporanea gli ultimi provini di Area Sanremo e nel frattempo la notte scrivevo la tesi! Una roba folle, però le lingue sono una mia grande passione, oltre alla musica, quindi l’ho fatto con piacere! E’ stato un periodo impegnativo, ma ne è valsa la pena!
Parallelamente alla carriera universitaria, hai seguito la tua passione per la musica, coltivata sin da piccola…
Sì, c’è stata una parentesi allo Zecchino D’Oro ma la vera consapevolezza è nata quando ero una teen ager, prendendo lezioni di canto, da lì c’è stato il cambiamento d’approccio. E’ stata più un’esigenza di approfondire lo studio, mentre prima era un cantare inconsapevole.
E cosa ci racconti della parentesi allo Zecchino D’Oro?
Io sono umbra, di Terni, ho provato a fare le selezione interregionali del Centro Italia, e sono arrivata fino all’Antoniano a Bologna, alle ultime selezioni, quelle prima della messa in onda della puntata finale in televisione. Non sono passata in tv e sono tornata a casa con un palloncino blu, un aneddoto che ho raccontato anche a Carlo Conti, che si è divertito moltissimo, perché lui era presente all’ultimo provino di Area Sanremo. Gli ho raccontato questa vicenda e lui ne è rimasto molto colpito e, sorridendo, mi ha detto: “Speriamo allora che questo provino ti vada bene e che tu non debba tornare a casa con un palloncino blu!”, e così è stato!
Adesso hai davanti a te un grande palco, con tutte le responsabilità che comporta…
Verissimo, con tutto quello che c’è intorno alle esibizioni canore, e c’è molto altro, lo sto scoprendo piano piano. Si viaggia tanto, per me è la prima, vera esperienza che sto vivendo, passo dopo passo, su tutto ciò che significa essere una cantante di professione, tra virgolette. Non essendo già famosa, non ho fatto talent, se non un provino (ad “Amici n.d.r), e non avendo altre esperienze in tv, i media, non conoscendomi, vogliono sapere di più su questa persona che va a Sanremo, ed è giusto così.
Per quanto riguarda, invece, la canzone che porterai all’Ariston s’intitola Insieme ed è firmata da Giuseppe Anastasi, autore delle principali hit di Arisa. Com’è nata la collaborazione con lui?
Ho iniziato, nel periodo universitario, a fare dei piccoli concorsi di canto, e uno di questi mi ha portato a vincere la borsa di studio al Cet di Mogol, dove Giuseppe Anastasi era insegnante. Ho avuto modo di conoscerlo e da lì è nata la nostra collaborazione: sono usciti un po’ di brani e la copia digitale sarà disponibile dal 10 febbraio. Il titolo del mini-album è Insieme, come il brano che porto a Sanremo 2017, ma ci sono anche altri brani inediti. La collaborazione con Anastasi è stata, oltre che un grande onore, un’opportunità: lui riesce a coniugare temi complessi con parole, all’apparenza molto semplici, ma che nascondono una profondità e una sensibilità particolare. Ad esempio, nel brano Insieme, c’è quest’idea del fare il pane, questo concetto così semplice ma non scontato, questo bisogno di unire e di stare insieme, una tematica difficile da applicare che, dal rapporto di coppia, si allarga e si riferisce a tutti noi. Vorrei portare sul palco dell’Ariston un bel messaggio, positivo e di speranza.
In Insieme svisceri la definizione di legame, interpretabile sia in senso comunitario che come rapporto di coppia intenso, di fiducia e duraturo. Per Valeria Farinacci l’amore è questo o si può declinare anche in altre forme?
Si, è un sognare insieme, un cercare sogni anche da svegli, ma avendo cura di sognare insieme, costruendo qualcosa nel rispetto dell’altro, di chi ti sta di fronte. Il testo può avere milioni di letture, a seconda di quello che la persona sta vivendo: per quanto riguarda la mia esperienza personale, ho notato nei miei coetanei un po’ di superficialità, o meglio, nel momento di difficoltà si tende a lasciare andare, invece di rimboccarsi le maniche. La metafora del panificio nel testo di Insieme è nata perché, con Giuseppe, abbiamo conosciuto due signore che hanno aperto un panificio in Umbria e, ovviamente, la loro mole di lavoro era tantissima: c’è dietro alla lavorazione del pane un impegno incredibile, se non ci si rimbocca le maniche, anche le cose, all’apparenza più semplici, non riescono.
Tanto per “stemperare” un po’ l’ansia, manca qualche giorno alla prima serata del Festival. I consigli più utili e preziosi che hai ricevuto, dagli addetti ai lavori, piuttosto che dalle persone che ti sono vicino?
Dagli addetti ai lavori, mi sono arrivati più che altro consigli tecnici, mentre le persone che conosco mi hanno consigliato di cantare con il cuore, di raccontare una storia. Al di là di come andrà, sarò contenta se riuscirò a far passare il mio messaggio: sono più per una perfomance comunicativa, preferisco essere meno precisa vocalmente ma arrivare alla gente, senza orpelli.
Sempre rimanendo in tema Sanremo, nella terza serata i Big in gara canteranno delle cover. Se tu avessi la possibilità, sul palco dell’Ariston, di esprimere la tua personalità e il tuo modo di vedere la musica attraverso un brano di un altro artista, quale sceglieresti?
Una delle mie canzoni del cuore è Di sole e d’azzurro di Giorgia. Se penso al Festival di Sanremo, penso a lei e alla sottoscritta, da bambina, che canta quella canzone con la spazzola in mano (ride)!
E l’artista preferito, dentro o fuori dal Festival di Sanremo, con il quale vorresti esibirti?
Arisa. Mi piace moltissimo, secondo me è una delle interpreti più brave della scena italiana degli ultimi anni.
Chiudiamo quest’intervista con una domanda sul futuro: come ti vedi dopo l’esperienza- che ti auguriamo essere il più divertente e brillante possibile- sul palco dell’Ariston, e quali sono i tuoi progetti in cantiere?
Il mio progetto in cantiere è quello dell’ EP, uscito, e come contorno ci sono una serie di esibizioni, si lavora per promuovere la musica e farla conoscere e ascoltare a più persone. In più, il mio sogno sarebbe quello di riuscire a portare avanti, parallelamente, le mie due passioni, le lingue e la musica.
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o D’Oro” a “Sanremo 2017”