Decreto antiterrorismo: Trump blocca l’immigrazione
Con il suddetto decreto Trump vieta, per tre mesi, l’ingresso negli Stati Uniti agli immigrati provenienti da sette paesi, quali Siria, Libia, Iran, Iraq, Somalia, Sudan, Yemen per evitare l’infiltrazione di “terroristi islamici radicali”. Pertanto sono stati rafforzati i controlli alle frontiere. “Vogliamo essere sicuri di non avere nel nostro Paese le stesse minacce che hanno i nostri soldati all’estero Vogliamo ammettere nel nostro Paese solo coloro che sosterranno il nostro Paese ed ameranno, profondamente, la nostra gente” ha dichiarato Trump, sottolineando “non dimenticheremo mai la lezione dell’11 settembre, non solo a parole ma anche con azioni”.
E se dietro la maschera del decreto antiterrorismo si celassero ben altre teorie, tenendo presente peraltro che l’ordine esecutivo è stato firmato proprio nel “giorno della memoria”? In effetti, oltre al divieto su citato, il decreto prevede anche la sospensione dell’ingresso negli Usa dei rifugiati provenienti dalla Siria a tempo indeterminato, nonchè dei loro visti: Trump ha infatti definito “dannoso per gli interessi del Paese l’ingresso di cittadini e rifugiati siriani“. A tutto questo si aggiunge l’immediato blocco del programma Visa interview waiver, che permetteva ai cittadini stranieri in possesso di un titolo di rinnovare i proprio visto evitando il colloquio con le autorità diplomatiche statunitensi. Perciò durante questo periodo di sospensione il neoeletto Segretario di Stato Mattis è stato incaricato di rivedere le norme che regolano la concessione dello status di rifugiato affinchè vengano ammesse persone che “non rappresentino una minaccia per la sicurezza e il benessere degli Stati Uniti”.
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