Anche l’educazione fisica diventa uno spettacolo
Dal 10 al 12 gennaio al Teatro Biblioteca Quarticciolo è andato in scena lo spettacolo Educazione fisica di Sabino Civilleri e Manuela Lo Sicco con il testo di Elena Stancanelli. Quando parliamo di educazione fisica di solito facciamo riferimento a una branca dell’insegnamento che si occupa di migliorare attraverso l’attività motoria lo sviluppo psicofisico e la salute sia individuale che sociale.
In questo spettacolo tutto viene ribaltato. Un allenatore cerca di trasformare un gruppo di adolescenti nella squadra perfetta utilizzando come unico metodo quello del terrore. Forgiare i loro corpi, orientare le loro teste, portarli verso il gesto esemplare, convincerli ad abbandonare la mediocrità per il sublime è questo che l’allenatore-dittatore cerca di fare. Una rappresentazione teatrale studiata nei minimi dettagli, la parola lascia ampio spazio all’azione. I punti di forza di questo spettacolo sono proprio la mimica espressiva, la spontaneità dei gesti e la sincronia dei movimenti, tre caratteristiche che molto spesso vengono messe da parte per dare risalto al testo.
I protagonisti, Enrico Ballardini, Sabino Civilleri, Alice Conti,Giulia D’Imperio, Veronica Lucchesi, Dario Mangiaracina, Dario Muratore,Chiara Muscato, Quinzio Quiescenti, Francesca Turrini, Marcella Vaccarino, Gisella Vitrano, sono stati in grado di coinvolgere il pubblico, senza farlo mai annoiare. Nello spettacolo, la squadra di adolescenti si adatta al volere dell’allenatore, preferisce obbedire che prendersi la responsabilità di comandare a se stessi o ad altri. I giocatori non pensano, reagiscono senza elaborare. L’allenatore è il sovrano da temere e rispettare. Sembra una metafora, senza soluzione, sull’educazione di oggi. Plasmare e annientare l’individuo nella sua diversità è un rischio, un gioco pericoloso, cosa succederebbe se l’individuo riscoprisse la sua voglia di autoaffermazione? La vera domanda che dobbiamo porci è: cosa accade quando finisce il gioco?