Lapo Elkann: cadono le accuse per il finto sequestro
Il caso è chiuso: il procuratore di New York ha deciso di lasciar cadere le accuse nei confronti di Lapo Elkann per la denuncia di finto sequestro della fine di novembre scorso, accuse per cui il rampollo di casa Agnelli rischiava da due a dieci anni di reclusione.
“La decisione di oggi mi rincuora e rinforza il sentimento di fiducia che da sempre ripongo nella giustizia americana” ha dichiarato Lapo Elkann subito dopo aver appreso la notizia e confermata successivamente all’ANSA da un funzionario del tribunale penale di Manhattan dove era in programma l’udienza. “Ho attraversato un momento difficile – ha raccontato – che mi ha però dato il tempo e il silenzio necessari per riflettere su quanto è accaduto e soprattutto per rinforzare quello che voglio fare in futuro”. Stando alle parole di Randy Zelin, l’avvocato che ha condotto l’inchiesta e che ha presentato le sue conclusioni al procuratore (il quale ha determinato che la vicenda non costituiva un reato penale), Lapo Elkann si ritiene sollevato e molto felice dei risultati ottenuti. Oggi è sicuro di voler proseguire il lavoro che ha fatto su sé stesso in queste ultime settimane “per raccogliere nuove energie e mettere una consapevolezza diversa nella mia vita e nel mio lavoro. Intendo sostenere le aziende cui ho dato vita e portare avanti i tanti progetti di collaborazione avviati con il massimo impegno”. Visto lo sviluppo del procedimento, Lapo Elkann non si è dovuto neanche presentare in tribunale a Manhattan dove si è celebrata l’udienza. Alla fine non sono mancati i sentiti ringraziamenti da parte del rampollo a tutti coloro che lo hanno sostenuto in questo periodo: “ringrazio tutti quelli che mi hanno dato segnali di amicizia: la mia famiglia, i miei collaboratori e soprattutto le moltissime persone che non conosco personalmente, ma che mi hanno aiutato con un gesto o una parola”.
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