La prima, la migliore al Teatro dell’Orologio

La prima, la migliore al Teatro dell’Orologio è il nuovo, inedito lavoro della Compagnia Berardi/Casolari che per la prima volta muove i passi da un testo narrativo. E non ne sceglie uno a caso, ma un capolavoro dell’antimilitarismo novecentesco: Niente di nuovo sul fronte occidentale di Remarque.

Gianfranco Berardi, attore non vedente, vede invece un altrove teatrale e tematico che, grazie alla collaborazione dal 2001 con Gabriella Casolari, riesce a concretizzare in toccanti esperienze teatrali. Il duo artistico, con questa produzione Emilia Romagna Teatro Fondazione, punta i talloni contro una contemporaneità cieca e sempre uguale a se stessa. L’urgenza riflessiva di La prima, la migliore consiste nell’indagare i meccanismi che soggiaciono qualunque epoca e qualunque forma di conflitto. “La sfida è stata quella di comprendere che, malgrado l’evoluzione tecnologica, storica e socioculturale avvenuta fino ai nostri giorni, alcune dinamiche si ripropongono con forza (propaganda, manipolazione ideologica, smarrimento generazionale)”. La frattura continua a riproporsi ieri come oggi tra gli uomini in doppiopetto che ubriacano di parole e la massa confusa e distratta.

Tuttavia il testo Berardi/Casolari non si trincera dietro il testo letterario, né tantomeno si abbandona a palesi riferimenti polemici alla contemporaneità: suggerisce agli spettatori una lucida analogia tra la pomposa oratoria dall’alto e la realtà dei fatti per cui “una spazzola lustrascarpe conta più dello spirito”.

I chiaroscuri drammaturgici, tra momenti di altissima tensione e orazioni grottesche, trovano un perfetto pendant con le luci e i bui di scena. Una scenografia minimalista, ma non minimale, sfrutta a pieno la potenzialità semiotica,narrativa ed emozionale degli oggetti. Bende insanguinate e lettere accartocciate sono piccoli frammenti di un mondo di dolore e frustrazione. Ora siamo in trincea, durante un bombardamento, ora siamo a casa, in congedo. I canti dialettali, intonati e accompagnati da Davide Berardi e la sua chitarra, esprimono la viscerale nostalgia verso la propria terra alla quale, ieri come oggi e per ragioni diverse, si viene strappati.

La prima, la migliore al Teatro dell’Orologio, sala Orfeo, sarà in scena sino al 29 gennaio. E’ uno spettacolo imperdibile perché, se la prima è stata ottima, certamente la “migliore” deve ancora arrivare.

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