Regeni parla con il sindacalista che lo denunciò [Video]
Una TV egiziana ha trasmesso video in cui Giulio Regeni parla con il sindacalista che lo denunciò. Il video risale al 6 gennaio e, secondo gli inquirenti egiziani, sarebbe stato girato da Abdallah con un telefono nascosto. Le indagini degli inquirenti italiani hanno inoltre accertato che il giovane ricercatore italiano fu denunciato prima del 6 gennaio e non il giorno 7, come affermato dai magistrati egiziani. Il video è stato messo a disposizione degli inquirenti italiani. Durante il colloquio, Abdallah dice di avere una moglie gravemente malata di cancro. Con questa motivazione cerca di estorcere a Regeni i soldi del progetto finanziato da Antipode. La fondazione inglese, infatti, offre un finanziamento di 10mila sterline per progetti di ricerca in campo sociale.
Regeni parla con il sindacalista, in un buon arabo, per spiegarli che lui non può usare quei soldi per fini personali. Regeni pare imbarazzato nel rispondere e prende tempo, cerca di spiegare al sindacalista quali sono gli scopi della ricerca e dei finanziamenti. Più tardi, nel suo diario, parlerà del colloquio come un “segno di miseria umana“. “Io ho una situazione familiare disagiata – dice il sindacalista – mia figlia è stata operata il cinque. Mia moglie deve operarsi di cancro. Per cui io sono disposto a buttarmi su qualsiasi cosa.” Ma Regeni risponde chiaramente e non arretra di un passo: “Senti Mohammed, questi soldi non sono i miei. Io non posso utilizzarli a mio piacimento perché sono un accademico e non posso comunicare all’istituto britannico che li voglio utilizzare per fini personali.”
La versione della polizia egiziana, però, non convince. Secondo gli inquirenti italiani, il video è stato girato effettivamente il 6 gennaio ma con un’apparecchiatura fornita dalla polizia egiziana. Questa versione sarebbe coerente con la data della denuncia fatta da Abdallah, avvenuta prima del 6 gennaio.
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