Terremoto: la diga di Campotosto è a rischio effetto Vajont

Poiché la sequenza sismica non accenna ad arrestarsi, il presidente della Commissione Grandi Rischi, Sergio Bertolucci, qualche giorno fa ha lanciato l’allarme ai microfoni del Tg3 dichiarando che “nella zona di Campotosto – un piccolo comune in provincia dell’Aquila -c’è il secondo bacino più grande d’Europa con tre dighe, una delle quali su una faglia che si è parzialmente riattivata e ci possono essere movimenti importanti di suolo che cascano nel lago, per dirla in maniera semplici, con effetto Vajont”. Aggiungeva Bertolucci: “se si avverte un aumento del rischio bisogna immediatamente renderlo trasparente alle autorità e alla popolazione”.
Tuttavia, viste le conseguenti reazioni di panico, qualche ora dopo lo stesso presidente della Commissione ha fatto marcia indietro precisando che  “Non c’è nessun pericolo imminente di un effetto Vajont. E’ importante continuare a monitorare l’evoluzione sismica in quella zona in quanto esiste un aumento della pericolosità dovuta ai movimenti della faglia”. Dunque Bertolucci ha concluso che non si può essere rassicuranti, ma non si vuole neanche creare panico, solo essere prudenti

Il lago di Campotosto, esteso per 14 chilometri quadrati, si trova a 10-15 km a est degli epicentri delle scosse di mercoledì scorso. Il rischio è che un sisma possa causare lo smottamento lungo le sponde e, in caso di crollo o riversamento di detriti, i 10 metri tra il livello dell’acqua e la diga potrebbero non essere sufficienti a contenere un’onda tsunami. Dal canto suo anche Enel che gestisce l’infrastruttura, ribadisce che “non si rileva alcun danno alla diga di Campotosto”. Il buono stato delle opere è confermato dai numerosi controlli di questi giorni che, compreso il volo con elicottero effettuato venerdì scorso. “Il volume d’acqua attualmente è di circa il 40% – si legge in una nota della società – ma alla luce della difficile situazione idrogeologica di questi giorni si è comunque deciso, come misura cautelare estrema, di procedere ad un’ulteriore progressiva riduzione del bacino”.

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