Hotel Rigopiano: continuano i salvataggi

Hotel Rigopiano, le operazioni di ricerca dei Vigili del fuoco sono continuate ininterrottamente per tutta la notte: sono state estratte vive quattro persone facenti parte del gruppo delle cinque individuato ieri, due uomini e due donne; in un punto diverso è stato ritrovato purtroppo il corpo esanime di una donna.

Al momento, oltre i bellissimi Lupo e Nuvola i due pastori abruzzesi nati e cresciuti all’hotel Rigopiano, sono 9 le persone tratte in salvo dal ghiaccio e dalle macerie, salvi tutti i bambini: Gianfilippo, Edoardo, Samuel; anche la piccola Ludovica Parete ha potuto riabbracciare il suo fratellino e i suoi genitori miracolosamente tutti salvi dalla tragedia della valanga sull’hotel. Per l’immensa gioia di una famiglia che si è ricongiunta, tanto è il dolore invece per le due vittime accertate ieri, Gabriele D’Angelo, cameriere dell’hotel Rigopiano e volontario della Croce Rossa e Alessandro Giancaterino, capo dei camerieri e del bar dell’albergo.

Sale la giusta disperazione dei parenti e degli amici delle persone ancora non ritrovate, ieri sera durante la conferenza stampa dei sanitari dell’ospedale di Pescara sullo stato di salute dei superstiti, i familiari hanno protestato contro i medici perché ancora non era stata rivelata l’identità delle persone ricoverate. “Ci dovete dire i nomi, sono 50 ore che aspettiamo, vergogna” .

Tra clienti e personale dell’hotel Rigopiano, risultano ancora 20 dispersi, ma sono state intercettate alcune voci, ora bisogna “soltanto” localizzarle. I Vigili del fuoco procedono con impeccabile dedizione ma con estrema cautela il loro difficile e senza eguali lavoro di salvataggio e spiegano quanto problematico sia muoversi in una situazione simile: “Non è semplice, si lavora all’interno di un edificio che è crollato, dove è diventato complicato orientarsi. Si avanza ma con molta, molta cautela. Ci rendiamo conto che questa cautela rallenta le operazioni di ricerca e recupero ma è assolutamente necessario procedere in questo modo, non si può rischiare altro ancora”.

Certo è, che si può e si deve ancora sperare.