Raggi sconfigge il PD: stavolta in tribunale

Raggi sconfigge il PD– Vi ricordate che prima delle elezioni amministrative di Roma il PD si rivolse all’autorità giudiziaria presentando due ricorsi contro l’allora candidata del M5S, Virginia Raggi? Ciò che convinse l’avvocato, vicino al PD, Venerando Monello, ad adire le vie legali, era la sottoscrizione da parte della Raggi, così come di ogni candidato pentastellato, di un “contratto” con le persone fisiche di Grillo e Gianroberto Casaleggio (ora defunto), che integrava una specie di codice di comportamento che prevedeva per determinate violazioni una sanzione di 150.000 euro. Quelli del PD proclamavano che un contratto con una penale così onerosa fungeva da limite alla libertà di scelta politica del candidato, rimettendo tutto il potere nelle mani della coppia Grillo-Casaleggio che sarebbero stati i burattinai alle spalle di ogni singolo amministratore.

Raggi socnfigge il PD- Ebbene ieri il tribunale di Roma ha rigettato i due ricorsi dell’avvocato Monello: sia quello che chiedeva al tribunale di dichiarare la Raggi ineleggibile, che quello che chiedeva al tribunale di dichiarare nullo il “contratto” tra la Raggi e Grillo. L’avvocato Monello è stato condannato a pagare le spese legali di circa 12.000 euro e la cosa pare proprio che finisca qua.

Raggi sconfigge il PD- All’epoca noi di Linediretta24 spiegammo per filo e per segno che il presunto contratto non avrebbe potuto essere fatto valere in tribunale in quanto non è possibile, alla luce del nostro ordinamento giuridico, contrattualizzare l’attività politica, quindi Grillo e Casaleggio non avevano nulla in mano per rimettere in riga l’eventuale amministratore che violasse il “contratto” se non l’espulsione dal movimento. Niente di più, niente di meno del normale potere disciplinare di qualsiasi partito politico o associazione sindacale. Speriamo che questa vicenda più ridicola che altro la smetta di continuare a far perdere tempo a giudici e giornalisti, ci auguriamo che rimanga un cavallo di battaglia di Sgarbi: se non altro ogni tanto abbiamo il diritto di farci qualche risata.

 

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