Alieu Darbo, il calciatore che non lo era
Alieu Darbo ce l’ha fatta. Almeno per un po’. Ce l’ha fatta a imbrogliare quel mondo del calcio nel quale sognava di entrare
senza avere le doti necessarie per entrarci. O magari non è nemmeno il mestiere che sognava, quello del calciatore. Semplicemente aveva trovato il modo per camparci. Riuscendo a passare per calciatore anche se calciatore non è mai stato. Ma se lo cerchi su Google lo trovi, la stessa wikipedia parla di lui come un calciatore (e come imbroglione). E in fondo lo è. Se chi ti paga è una squadra di calcio sei indubbiamente un calciatore. Ma Alieu Darbo a calcio non ci sa giocare. Ci avrà sicuramente giocato da bambino con gli amici ma non abbastanza bravo neanche per la serie b maltese, dove la sua truffa è stata finalmente svelata e la sua carriera di finto calciatore indubbiamente finita. Perché adesso lo sanno tutti. Probabilmente non avete capito bene cosa ha combinato il nostro eroe. Quindi spiegheremo i fatti come si sono svolti.
La vicenda ricorda un po’ quella di Carlos Henrique Raposo detto il Kaiser, della quale parlammo circa un anno fa, perché ci piacciono tanto le storie di questi imbroglioni che riescono a gabbare il dorato mondo calcistico. Tutti da bambini abbiamo sognato di diventare calciatori, questi ce l’hanno fatta e pazienza se non sapevano giocare a calcio e se poi effettivamente non giocavano mai. Loro calciatori, dal punto di vista squisitamente contrattuale, lo sono diventati. Ma torniamo al nostro Alieu Darbo. Un paio di anni fa il suo acquisto fu presentato in pompa magna sul sito del Crotone Calcio, gli venne data la maglia numero 10, fu presentato alla stampa e il suo acquisto venne annunciato sul sito della società calabrese: “L’operazione è stata chiusa in sinergia con uno dei più grandi club mondiali, il Bayern Monaco, che crede nel ragazzo e visto l’ottimo lavoro del Crotone con i giovani, ha segnalato il giovane attaccante”. Addirittura il Bayern lo manda a farsi le ossa a Crotone. Deve essere un giovane di sicuro avvenire. Ma chi glielo disse al Crotone che Alieu Darbo fosse un giovane dal sicuro avvenire con alle spalle addirittura il Bayern? Ma lui stesso, ovviamente, col suo procuratore. Perché di sicuro non è un granché col pallone tra i piedi ma pare scriva delle lettere di referenze meravigliose. Tanto meravigliose che il Crotone nemmeno gli fa il provino. Lo annuncia direttamente convinto di aver fatto un affarone. Ma dopo pochi giorni Darbo sparisce e riappare in Svezia dove lo acquista il Landskrona Bols, squadra della serie cadetta. Alieu Darbo dice che in Calabria ha ricevuto insulti razzisti e ha deciso lui di andarsene. Il Crotone finge di non averlo mai conosciuto e dice che effettivamente, ed è vero, non è mai stato tesserato. E la foto con la maglia numero 10? Probabilmente i calabresi si vogliono evitare una figura di palta, cioè quella di aver creduto a una lettera di referenze che ne decantava le doti, ma appena lo hanno visto col pallone tra i piedi hanno capito che c’era qualcosa che non andava, lui ha fiutato una cattiva aria e se ne è andato in Svezia, dove un contratto, comunque, lo ha trovato. Ma anche là è durato poco. Tanto che dopo qualche mese tenta un colpo più grosso. Basta con squadre di serie b, Darbo vuole una squadra di rango e allora si presenta al Paok di Salonicco dove il direttore sportivo è una vecchia conoscenza del calcio italiano, Zizis Vryzas, attaccante che ha militato nel Perugia, nella Fiorentina e nel Torino. A Vryzas viene presentata una lettera di referenze del DS del Borussia Dortmund, Zork. Nella lettera è scritto che il ragazzo è molto forte, che non c’è bisogno del provino e che se Vryzas gli fa un contratto, il Borussia si impegna a ricomprarlo l’anno successivo a 4 milioni. Vryzas è uno che ha avuto a che fare con Gaucci, sa che è sempre meglio non fidarsi e allora, visto che conosce Zork, gli telefona. E Zork cade dalle nuvole, lui a questo Alieu Darbo non lo ha mai sentito nominare. Allora Vryzas, che è un tipetto fumantino, va a chiamare alcuni ultras del Paok e con loro si reca nell’albergo dove alloggia Darbo e gli dice, sicuramente con tutta la gentilezza della quale sono capaci gli ultras greci, di sparire all’istante. Darbo non si fa pregare e sparisce. Ma solo da Salonicco. Perché lui prova ancora.
Anche alla Dinamo Zagabria credono alle meravigliose credenziali presentate da Alieu Darbo e gli fanno un contratto. Dopo quattro mesi si sono resi conto che li aveva infinocchiati per bene, rescindono il contratto e gli danno anche 40.000 euro a patto che se ne vada e che non scriva mai nel suo curriculum che è stato tesserato per loro. Perché alla faccia ci tengono. Ma lui non si arrende e continua a girare il mondo e a strappare contratti sempre con il solito sistema della lettera di referenze. Gioca (si fa per dire) in Algeria, in Egitto, in Norvegia per poi finire nei Naxxar Lions, serie b maltese che è comunque meglio di niente. Fino a che il suo complice procuratore lo smaschera raccontando tutto a un giornale svedese. Ora è finalmente conosciuto, ma purtroppo non come calciatore, come truffatore, e probabilmente nessuna società calcistica cadrà più nel suo raggiro. L’ultimo presidente ad aver avuto a che fare con lui ignora dove si trovi adesso. Da quel che sa, il nostro eroe era intenzionato ad andare a giocare a Cipro, ma probabilmente l’eco delle sue imprese sarà arrivato anche lì e per lui è giunto il tempo di trovare un lavoro che poi, effettivamente, sappia svolgere. Ma fino a che è durato è stato bello. Perché è vero che da bambini tutti abbiamo sognato la gloria e la fama dei calciatori. Ma ora, da adulti, in fondo avremmo rinunciato alla gloria delle folle per rimediare qualche contratto e basta. Come Alieu Darbo, il calciatore che non lo era.
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