Fiori d’arancio a cascata in TV

matrimoniNon è importante se si odino da sempre il pizzo e i merletti. Nè se tendenzialmente non piacciano le cerimonie in grande stile. Perché quando una donna va verso il matrimonio, scopre di volere tutto quello che non aveva mai immaginato prima: perfino, scopre di volerne fare incetta anche davanti al piccolo schermo. 

Si moltiplica difatti a ritmo esponenziale l’offerta televisiva attenta al mondo dei matrimoni o, come va di tendenza dire, del wedding. Sia che si tratti di wedding planner zelanti e macchiettisti, con tanto di fiore all’occhiello e mani giunte commosse e accompagnate da un radioso sorriso, sia che riguardi la scelta fatidica dell’abito da sposa perfetto infatti, i programmi televisivi in questione sembrano suggerire un unico dato preciso: l’interesse del pubblico nel seguirli. Strano, in un’epoca considerata particolarmente buia, che inizia ora ad accogliere condizioni familiari nuove, ad aprirsi alle coppie di fatto e a vietare l’aggettivazione della parola figlio. Inaspettato, in un momento storico famoso per la tarda età in cui i giovani lasciano il tetto familiare per intraprendere una vita autonoma, figuriamoci coniugale.

Eppure, anche i dati Istat parlano chiaro: il matrimonio, in Italia, è in crescita. Negli ultimi due anni infatti è aumentata la propensione delle coppie a coronare il proprio sogno d’amore, seppure questi dati restino, rispetto la media mondiale, una percentuale piuttosto bassa. Questo spiegherebbe anche il fatto che, la maggior parte dell’offerta televisiva del mondo wedding è di origine straniera e difatti, spesso, è proprio la loro origine a qualificarli: ad esempio sono più smaliziati e su di giri tutti i programmi californiani, più eterogenei quelli della metropoli. Quasi a voler immaginare una mappatura geografica e sociale del fenomeno matrimoniale. Di quelli italiani, iniziano a moltiplicarsi i primi esempi, dalla sposa combattuta tra la scelta di alcuni abiti, e quella che vuole a tutti i costi distruggere quello di una parente, consenziente, per farlo modificare come lo immagina da tempo, riservandosi addirittura il diritto di non indossarlo.

D’altra parte, non importa quanto una donna non sia interessata al matrimonio, perché guardar sfilare abiti da sposa resta un piacere antico; un rigurgito di infanzia, di un milione di favole lette, di chilometri di pellicola Disney vista e stravista. Non è un caso infatti che chi lo indossi si faccia incantare proprio dalla sensazione del sentirsi una principessa – che ha addirittura trovato il principe azzurro. D’altra parte, il matrimonio resta l’occasione mondana per eccellenza, che oggi si ammanta di una miriade di accessori più o meno inutili ai festeggiamenti ma necessari all’occhio, al fil rouge e, a quanto pare, al mondo dello spettacolo. Contestualmente, cresce anche la voglia di trovare la location giusta, in tv come nella vita, alla ricerca della perfezione, nei tempi, nei luoghi e nei colori. E la voglia di matrimonio forse riesce a bucare lo schermo.
Insomma, fiori d’arancio in ogni dove e dietro mille forme. E tanto romanticismo, perché ovviamente, le lacrime arrivano almeno una volta ogni due prove d’abito.

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