La decisione che la Consulta prenderà oggi sui referendum sul Jobs Act ,avrà un’inevitabile, e pesante, contraccolpo politico. Tra i quesiti proposti dal Cgil:reintegro dell’articolo 18, cancellazione dei voucher, reintroduzione della piena responsabilità solidale in tema di appalti.

Jobs-Act-2-1030x615Il futuro della legislatura è in mano alla Consulta che oggi prenderà vita sulla decisione se approvare o meno i referendum sul Jobs Act, proposti dalla Cgil (Confederazione Generale Italiana del Lavoro), che mirano al cuore della riforma del Governo Renzi.

Una decisione affatto facile e che sicuramente avrà ripercussioni su tutta la vita politica, quella che verrà presa nella camera di consiglio al palazzo della Consulta tra i giudici costituzionali che devono decidere il destino del referendum sull’articolo 18 dello statuto dei lavoratori e il cosiddetto Jobs act. Se la Consulta è spaccata in merito alla decisione da prendere sull’ammissibilità del referendum, lo è anche il Pd e lo stesso Matteo Renzi, in cuor suo.

Se da una parte l’ex premier teme la bocciatura del Jobs Act sul quale il suo governo ha puntato tanto, è anche vero che il referendum potrebbe accelerare un voto anticipato che lui, almeno ufficialmente, desidera. Soprattutto se arrivasse il via libera sul quesito più pesante, quello sull’articolo 18 e in questo caso lo scioglimento delle Camere sarebbe dietro l’angolo ed elezioni in estate farebbero slittare il nuovo referendum a primavera 2018.

Pronunciamento della Corte Costituzionale sul lodo AlfanoSui voucher, intanto, è dibattito aperto. Il ministro del lavoro Poletti, sotto attacco da parte delle opposizioni, ha ribadito che il governo vuole una revisione dei voucher. Ma la minoranza Dem chiede garanzie: “O si interviene immediatamente – ha detto Roberto Speranza – o al referendum voteremo sì”.

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