I fratelli Occhionero ed il cyberspionaggio made in Italy

A seguito di una indagine della Polizia Postale, coordinata dalla procura di Roma, si è arrivati all’arresto di due persone, l’ingegnere nucleare Giulio Occhionero, di 45 anni, e la sorella Francesca Maria, entrambi residenti a Londra ma domiciliati a Roma. Ai due, noti nel mondo dell’alta finanza capitolina, vengono contestati i reati di procacciamento di notizie concernenti la sicurezza dello Stato, accesso abusivo a sistema informatico aggravato ed intercettazione illecita di comunicazioni informatiche e telematiche.

Le indagini del Cnaipic (Centro nazionale anticrimine informatico della Polizia postale) hanno scoperto che i due fratelli gestivano una rete di computer (botnet) infettati con un malware chiamato Eyepyramid, il quale permetteva di acquisire notizie riservate e dati sensibili di decine di persone che gestiscono la funzione pubblica e, soprattutto, personaggi che gravitano intorno al mondo della Finanza. Tutto è iniziato in seguito alla segnalazione al Cnaipic dell’invio di una mail indirizzata all’amministratore di rilievo di un’ infrastruttura critica nazionale che conteneva il suddetto virus Eyepyramid. Gli investigatori sono così risaliti alla rete botnet che riusciva ad acquisire il controllo dei computer e dei sistemi informatici delle vittime. Le indagini della Polizia fanno pensare che tutta la vicenda “non sia un’isolata iniziativa dei due fratelli ma che, al contrario, si collochi in un più ampio contesto dove più soggetti operano nel settore della politica e della finanza secondo le modalità”.

I fratelli Occhionero erano in possesso di un database concernente un elenco di 18.327 username, di cui 1.793 corredati da password e catalogati in 122 categorie denominate “Nick” che ne indicavano la tipologia di target (politica, affari…). Tra gli spiati figurano l’ex premier Mario Monti, l’ex Governatore della Banca d’Italia Fabrizio Saccomanni, l’ex comandante Generale della Guardia di Finanza, Matteo Renzi, Saverio Capolupo, Piero Fassino, Paolo Bonaiuti, Mario Canzio, Vincenzo Fortunato, Fabrizio Cicchitto, Ignazio La Russa…. Tra i portali, invece, quello della Banca d’Italia, della Camera e del Senato. E, come se non bastasse, sono risultati infetti anche due computer in uso ai collaboratori del cardinale Gianfranco Ravasi, il quale dal 2007 è presidente del Pontificio Consiglio della cultura, della Pontifica Commissione di archeologia sacra e del consiglio di coordinamento tra accademie pontificie.

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