Canile di Muratella: i macigni di Mafia Capitale

Canile di Muratella

Sono trascorsi 8 mesi dall’inizio dell’autogestione del canile comunale di Muratella e le cose non sono ancora cambiate. Sono 93 i lavoratori del canile, insieme a volontari dell’AVCPP – Associazione volontari Canale di Porta Portese – che continuano a prendersi cura quotidianamente dei circa 600 cani e 70 gatti ospiti della struttura, garantendo la continuità del servizio pubblico dal 1 Maggio del 2016.

 

Qualche giorno fa questa lunga agonia ha avuto una contro risposta che però non ha risolto la situazione incresciosa che il canile comunale di Muratella si trova a fronteggiare da 8 mesi. Il tutto è avvenuto negli uffici del Dipartimento Ambiente, nel quale il nuovo gestore Rifugio Agro Aversano ha dichiarato di voler assumere solo 30 dei 93 lavoratori del canile che fino ad oggi hanno prestato servizio volontario dopo essersi ritrovati senza lavoro. Un epilogo che, oltre a lasciare l’amaro in bocca a tutti coloro che hanno continuato a prendersi cura degli animali presenti nel canile comunale, genera anche un divario tra professionalità e servizi pubblici: «Si poteva trovare una soluzione – afferma uno degli ex lavoratori – l’amministrazione aveva tutto il potere di ritirare il bando e di farne un altro o di garantire anche successivamente i nostri posti di lavoro. Mandare a casa noi, non vuol dire solo togliere uno stipendio a tante famiglie, ma perdere un capitale non sostituibile di professionalità maturate in anni, di lavoro, esperienza, rapporti consolidati con la cittadinanza e il territorio. Si tratta poi di una privatizzazione di fatto, perché la società vincitrice non è una no profit». Per i restanti 63 ex lavoratori non assunti ci sono attualmente solo promesse di riassorbimento in futuri lavori con gli animali. Promesse che però, a giudicare da come si è conclusa la lunga agonia del canile di Muratella, non fanno ben sperare.

Ma lo scempio che il canile di Muratella si è trovato a fronteggiare negli ultimi mesi è caratterizzato da un retroscena altrettanto increscioso. Il 30 Aprile del 2016, un mese prima dell’inizio dell’autogestione del canile, è scaduta la convenzione tra il Comune di Roma e l’Associazione AVCPP, che fino ad allora aveva gestito le strutture comunali con sostegni economici diretti e per questo si è fatta strada l’esigenza di indire bandi di gara per ottenere finanziamenti che potessero incrementare risorse per il canile di Muratella. Ma questi sono stati sospesi dal Comune per irregolarità, poiché nell’ultimo bando era coinvolta una delle cooperative riconducibili a Buzzi, corresponsabile di Mafia Capitale. In seguito, il Campidoglio nel 2016 propose una proroga ad un terzo della cifra fino ad allora fornita, pari a 137mila euro al mese, e in effetti il sistema di proroghe concesse senza alcun bando non è una novità nella gestione di questo canile. La somma ad ogni modo non sembra sufficiente per garantire le necessarie tutele nella cura degli animali e ha inoltre portato gran parte dei lavoratori a licenziamento immediato. Così è nata l’autogestione del canile comunale di Muratella che prosegue fino a quando, lo scorso 20 dicembre, Rifugio Agro Aversano è risultato vincitore del bando di gara per la gestione del canile. Tuttavia l’Anac è stata costretta a intervenire: nelle cronache inviate alla Procura ha affermato che la vecchia gestione continuava ad occupare abusivamente il canile, impedendo di fatto alla nuova di insediarsi.

 

Ancora una volta a risentire delle lotte tra associazioni e dei vizi di Mafia Capitale sono stati in primis gli animali e poi i cittadini e gli utenti dei servizi, che hanno sperato in una svolta positiva per la gestione di un canile che, oramai, di comunale ha ben poco.

 

Torna alla HomePage Lineadiretta24

Leggi altri articoli dello stesso autore

Twitter: @valeriasantare2