Omicidio di Garlasco, perizia choc: il dna non è di Alberto Stasi

Sembrava un caso, all’apparenza, da archiviare, l’epilogo di una storia già scritta, invece, grazie a un nuovo indizio e all’esposto di sua madre, la vita di Alberto Stasi, il trentatreenne recluso nel carcere di Bollate, dallo scorso dicembre, per l’omicidio di Garlasco, potrebbe cambiare. Stando alle ultime rivelazioni del “Corriere della Sera”, dalla perizia, presentata dalla difesa, è emerso che i frammenti di Dna, trovati sotto le unghie di Chiara Poggi, apparterebbero ad un amico di Marco, fratello ventiseienne della vittima, che frequentava l’abitazione di via Pascoli.

A sparigliare le carte in tavola, si legge ancora sul quotidiano milanese, “non ci sarebbe soltanto la ‘prova’ del dna, un elemento che la polizia giudiziaria, incaricata di approfondire gli accertamenti della società di investigazioni, dovrà ripetere”, a carico del nuovo indagato. Il giovane amico di Marco “era già stato interrogato dai carabinieri. Due volte. Una prima pochi giorni dopo il delitto e l’altra l’anno successivo. Secondo fonti investigative, a un ‘riesame’ l’alibi allora fornito (pur considerato ‘solido’) presenterebbe anomalie e incongruenze”.

Una rivelazione choc, una nuova analisi che getta un’oscura e pesante ombra sul caso della giovane Poggi, per il cui delitto Stasi sta scontando in carcere una condanna definitiva di 16 anni.

In merito alla possibile apertura di una nuova inchiesta sull’omicidio di Garlasco, il procuratore di Pavia, Giorgio Reposo, ha mantenuto un profilo basso e ha invitato alla cautela, in attesa di uno studio approfondito e di un’attenta valutazione della magistratura: “L’unica notizia che posso confermare è che dalla Procura generale di Milano è arrivata la busta con i documenti sul caso. Documentazione che adesso dovremo esaminare. Al momento, quindi, non siamo in grado di rispondere se verrà aperta o meno una nuova inchiesta. “Solo dopo aver studiato con attenzione i documenti”- ha concluso- “potremo fare una nostra valutazione, che trasmetteremo al gip. E soltanto a quel punto verrà presa la decisione se aprire o meno una nuova indagine. Sino a quel momento ogni ipotesi rischierebbe di risultare infondata”.

Omicidio di Garlasco, spunta un nuovo indizio

 

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