Messina Denaro: 11 arresti nel trapanese

Questa notte è scattata un’operazione di polizia che ha assestato un duro colpo al’organizzazione che gravita intorno al superlatitante Matteo Messina Denaro.

Sono più di settanta gli agenti impegnati nell’operazione, con unità della Polizia di Stato di Trapani, Palermo, Mazara del Vallo e Castelvetrano. Gli uomini della Squadra mobile di Trapani, coordinati dalla Direzione distrettuale antimafia di Palermo, hanno eseguito ben 11 misure cautelari e sottoposto a sequestro tre imprese controllate da Cosa Nostra, attraverso le quali, secondo gli inquirenti, il boss Matteo Messina Denaro era in grado di condizionare gli appalti nella zona del Trapanese.

Secondo quanto riporta l’ANSA,  l’indagine ha confermato i legami tra il clan mafioso di Mazara del Vallo, retto da Vito Gondola, e quello di Castelvetrano, d’accordo per spartirsi gli appalti della zona sotto le direttive del latitante Messina Denaro, al quale il Gondola si rivolgeva per dirimere le varie controversie insorte. Attraverso le imprese sequestrate, direttamente controllate dalle famiglie mafiose del trapanese attraverso alcuni prestanome, la mafia si sarebbe infiltrata nel mondo degli appalti; per esempio nei lavori per la realizzazione del parco eolico di Mazara del Vallo e nei lavori di ristrutturazione dell’Ospedale.

Fra gli arrestati ci sarebbero infatti Carlo e Giuseppe Loretta, coinvolti in parte dei lavori del parco eolico per conto della famiglia di Mazara del Vallo. I due sarebbero riusciti anche a gestire per qualche mese un subappalto per i lavori che la Cms di Ravenna sta facendo all’ospedale Abele Ajello di Mazara del Vallo, per fortuna revocato grazie all’interdittiva antimafia per i Loretta emessa dalla prefettura.

A finire nel circuito delle attività mafiose anche il commercio del pesce, due imprese erano infatti gestite da Epifanio Agate, a quanto pare molto vicino a Riina e Provenzano.