Il nuovo “campo progressista” del centrosinistra
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A presenziare all’assemblea “Il granello di sale e quello di senape”, tenutasi domenica 18 dicembre alla Casa dell’Architettura a Roma, sono state circa 400 persone. Un incontro fortemente sentito, promosso da diversi dirigenti nazionali di Sinistra Italiana, nel quale si è parlato di una nuova prospettiva di governo partendo dal fatto che chi ha votato NO all’ultimo referendum l’ha fatto sperando che in Italia si potesse riaprire l’opzione di un campo largo democratico realmente progressista. Purtroppo, la situazione a oggi non è ancora mutata e, come se non bastasse, l’attuale governo Gentiloni non fa neppure ben sperare. A tale proposito, l’obiettivo che si propone la sinistra italiana è quello di aprire un nuovo perimetro d’azione politica che vada contro il minoritarismo, contro l’opzione liberista incantata dal governo renziano e contro le destre populiste.
L’assemblea si è aperta con il saluto di Marco Doria, sindaco di Genova il quale, sebbene non potesse essere presente fisicamente in sala per impegni presi in precedenza, ha deciso di esserlo attraverso un video, nel quale ha dichiarato a gran voce la forte necessità di ricucire un tessuto connettivo fra coloro che hanno votato NO e coloro che hanno votato SI al referendum, sostenendo come questo debba essere attuato mediante due passaggi fondamentali: lo sviluppo e la solidarietà.
Segue poi l’intervento di Massimiliano Smeriglio, vice del Dem Zingaretti alla Regione Lazio, il quale dichiara: «La prospettiva è quella di lavorare su un NO ricostruttore, su un NO legato al cambiamento dell’agenda politica. Il NO dei cittadini non è legato alla conservazione ma a un cambiamento che deve essere opportunamente gestito. Già il referendum costituzionale ci ha mostrato come di fronte alla crisi economica si siano rafforzati gli esecutivi, mentre da 10 anni a questa parte si sono aggravati molteplici problematiche: la povertà è aumentata, il sistema produttivo è stato devastato e nelle politiche è morto il progresso per dar vita al furore populista. E con esso è tornato in auge il nazionalismo, la dimensione del capro espiatorio – e continua – noi abbiamo il dovere di parlare di crisi di governo, di una crisi profonda che sta producendo sempre più un sonno della ragione. Abbiamo il dovere di indignarci di fronte a questo. In quel NO c’è un 81% di giovani tra i 18 e i 30 anni che hanno notato l’enorme lontananza tra la politica renziana e la realtà. Per questo, il nostro compito è quello di legare la politica alla realtà dei cittadini. Papa Francesco, a tale proposito, ha parlato della globalizzazione dell’indifferenza ed è proprio questo il punto nodale che la politica deve affrontare. Il tema non è chi sta al governo ma cosa fa un governo. Già cambiare la buona scuola, cambiare l’alternanza scuola-lavoro, abolire il jobs-act e buttare a mare i voucher sarebbe uno straordinario programma di governo – e infine conclude con un esame di coscienza del suo partito – non ci facciamo bastare l’idea di una sinistra settaria, parolaia, supponente, noiosa, che fa lo spiegone. Basta parlare dei limiti del Pd, parliamo dei nostri limiti per superarli».
Sembra riprendere lo stesso leitmotiv del discorso di Smeriglio Giuliano Pisapia, che con le sue dichiarazioni riportate su lettera denuncia le mancanze provocate fino ad ora dal governo: «Le opinioni diverse su singoli temi non possono essere un ostacolo. Non ci sono molte alternative, quello che bisogna fare è ricostruire un centro sinistra nuovo – e continua – sono consapevole che oggi il ruolo della sinistra è quello di riaprire la sfida alla povertà, alla precarietà, alle disuguaglianze segnando anche evidentemente alcune significative discontinuità rispetto al governo di questi anni in cui il Pd era alleato con il centro destra».
Infine segue l’intervento di Maddalena Vianello della piattaforma Non una di meno: «Il 25 Novembre è stata la giornata mondiale contro la violenza sulle donne e in merito a questo il 26 Novembre c’è stata una manifestazione fortemente sentita, con un corteo formato da tre generazioni: le giovani, le mamme e le nonne – e aggiunge – è stata la più straordinaria manifestazione degli ultimi anni ma nonostante questo gli spazi dedicati ad essa sono stati ben pochi, sia sulle grandi testate nazionali cartacee che sui notiziari. Inoltre, mentre era in corso la manifestazione, i 5 Stelle si trovavano alla Nuvola di Fuksas e il Pd era alle prese con le ultime propagande referendarie. Altri invece con più delicatezza hanno aspettato il giorno seguente, ma il punto è che a distanza di pochi giorni il sipario contro la violenza sulle donne è calato». E questo è l’ennesimo fatto grave che dimostra come sia lontana la politica attuale dalle esigenze dei cittadini. Per riavvicinarsi dunque è necessario “rompere i confini e i recinti per alimentare quell’ossigeno che serve per costruire l’alternativa”, come ha evidenziato Marco Furfaro nel corso del suo intervento di chiusura.
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