Cyber-attacchi: Obama punta il dito contro Putin
“Mancano ormai 34 giorni di conto alla rovescia, poi non sarò più un politico”: è vero, manca ormai pochissimo alla fine del mandato del Presidente Obama. E forse anche in virtù dell’uscita di scena, durante la sua ultima conferenza stampa presso la Casa Bianca, Obama decide di dire tutta la verità sui cyber-attacchi da parte della Russia.
“Sono state messe a disposizione in modo bipartisan, ai presidenti delle commissioni parlamentari competenti, repubblicani e democratici, e anche loro le hanno giudicate attendibili. Voglio che siano rese pubbliche” dice Obama, puntando il dito contro lo stesso Putin: “La Russia è altamente gerarchica, queste sono operazioni decise ai massimi vertici”. Durante il G20 tenutosi a settembre in Cina lo stesso Obama aveva intimato Putin di fermare i cyber-attacchi che interferivano nella campagna elettorale e che favorivano Trump: “Smettila o ci saranno serie conseguenze” e in effetti gli attacchi sembrarono diminuire, ma “a quel punto WikiLeaks aveva le informazioni necessarie” per procedere contro Hilary.
E continua sulla Russia: “È una nazione debole, producono solo petrolio e armi, zero innovazioni. Possono influenzarci, come fanno con l’Europa, solo se siamo noi ad abbandonare i nostri valori, se perdiamo di vista quello che siamo”. Un’immagine dunque del tutto opposta a quella degli Usa, che lo stesso Obama descrive così: “Siamo la nazione più ricca e tecnologicamente avanzata, abbiamo una società più digitale; e siamo una società aperta, senza la censura e il controllo governativo di altri”. Cercando quindi di far riaffiorare una sorta di sentimento di nazione, Obama non risparmia i repubblicani, “che odiano a tal punto i democratici, da diventare filo-russi, il 37% dei loro elettori approva Putin, rinnegando la loro stessa tradizione. Ronald Reagan si rivolterebbe nella tomba se vedesse i repubblicani di oggi schierati con Vladimir Putin, l’ex capo del Kgb”.
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