Muri in Europa: completato il mostro di Calais
Dicembre 2016, completato uno degli ultimi muri in Europa. Finirà così l’anno terribile dei muri sorti in giro per l’Europa, in cui dai paesi più conservatori ai più liberali, chi più chi meno ha dato il suo contributo nello scavare di qualche altro metro il fondo del pozzo di disumanità dentro al quale siamo piombati.
Se prima del biennio 2015-2016 il muro che tutti ricordavano era ancora quello di Berlino, e quelli che non avevano ancora imparato la lezione di civiltà e di integrazione che noi Europei potevamo vantare erano gli altri, adesso, a fine 2016, guai a chi provi a scagliare la prima pietra. Di muri disumani ne abbiamo innalzati cinque, più due.
Cinque più due perché a Ungheria, Macedonia, Austria, Monaco di Baviera e oggi Calais, il muro più simbolico di tutti, non dobbiamo dimenticare di aggiungere quel comodissimo muro d’acqua chiamato Mar Mediterraneo e il muro di omertà – e non osiamo immaginare cosa altro – tra Grecia e Turchia.
Eccolo in tutto il suo splendore il great wall, il grande muro di Calais voluto dal governo di Londra per impedire ai migranti di passare dalla Francia alla Gran Bretagna e terminato in soli tre mesi. Strano che nessuno abbia suggerito che una bomba al Napalm sarebbe stata molto più sbrigativa e igienica. Invece, dopo il voto sulla Brexit, un muro dal terribile sapore simbolico di chiusura, di respingimento, di assoluta non condivisione o cooperazione.
Uno tra i tanti, troppi, muri in Europa; che appaiono come fotografie necessarie a ricordarci chi siamo. Di certo Calais, costato 2,7 milioni di euro (ahivoglia di 35 euro che ci vorrebbero per arrivare a 2,7 milioni di euro in soli tre mesi), servirà non solo a respingere gli ultimi degli ultimi, ma anche a farci guardare allo specchio, da oggi e per sempre, di modo che nessuno d’ora in poi potrà dire che no, attenzione, noi siamo quelli civili. Quattro metri di altezza (più di Berlino) per un chilometro di lunghezza di disumanità che non svanirà come parole al vento, ma per fortuna resterà li giorno per giorno a opporre la sua durezza a tutti i romantici conducenti di camion, gli audaci giornalisti, gli indefessi opinionisti, gli eroici capi di governo e i partigiani dei diritti civili.
IL muro che si vede, finalmente. Il muro che non hanno costruito i fascisti ungheresi, gli austriaci un po’ confusi o qualche animale laggiù in Medio Oriente; nemmeno il muro che vuol costruire quel biondino di Donald Trump. Questo è il muro voluto da Francia e Inghilterra per difendersi da un nemico che non esiste, il muro della civiltà, costruito dagli eredi delle rivoluzioni che pochi secoli fa fondarono i valori dell’identità europea e che oggi, soddisfatti, possiamo dire di aver definitivamente cancellato.
Le nostre parole da oggi potranno anche finire nel vento, ma i muri resteranno ad addobbare il fondo dove, con grande merito, anche noi infine siamo giunti.