Panza, Crianza, Ricordanza al Teatro Argot
Teatro Argot, 10 e 11 gennaio ore 21.00 – domenica 12 gennaio ore 17.30
Teatro Studio Krypton
PANZA, CRIANZA, RICORDANZA
scritto, diretto e interpretato da Giancarlo Cauteruccio
voce e fisarmonica Peppe Voltarelli
con il sostegno di Regione Toscana
Al Teatro Argot Studio di Roma, nell’ambito della stagione congiunta con il Teatro dell’Orologio DOMINIO PUBBLICO, Giancarlo Cauteruccio presenta il monologo Panza, Crianza, Ricordanza lo spettacolo è un’analisi spietata sulla realtà della parola: la parola detta, scritta, urlata, stampata, negata; defraudata dal caotico sistema della comunicazione è un viaggio poetico nel quale la fame diviene lamento e invettiva. La vitalità del corpo attraverso la parola si lancia contro il nulla e l’ascolto soccombe alla potenza dell’immagine, catapultando tutto nel silenzio. Infine il ricorso alla memoria: il dolore, i soprusi, le ingiustizie, la malattia. Cercare nei luoghi reconditi dell’esperienza le ragioni le scelte, i piaceri, le conquiste, la nascita, gli amori, i lutti, i fallimenti, per riattraversarli e trasformarli in nuovi punti di riferimento.
Partendo da una presa di coscienza di crisi del corpo nella propria identità, Giancarlo Cauteruccio si inoltra in un percorso in cui recupera la sua lingua originaria componendo tre poemetti che affrontano le tematiche della solitudine e della marginalità esistenziale dell’uomo contemporaneo, filtrate attraverso la sua condizione fisica di obeso, in qualche modo, diverso. La sua voce inconfondibile, il suo idioma antico, la sua obesità malata, la sua visionarietà fortemente intrisa di memoria, concorrono a creare una particolare opera performativa. In questo assolo Cauteruccio racconta il proprio corpo estirpato, reale e visionario, interiore ed esteriore, sazio e affamato, urlante e silente, luminoso e buio, in tre distinti movimenti che nomina: Mi fa fame, Parru sulu, M’arricuordu. In scena la patologia della fame si interseca con la rabbia dell’incomunicabilità e il dolore della memoria, in un’azione leggera e incalzante dominata dal particolare uso della sua lingua madre: il calabrese, colto nella sua vocalità arcaica.
Krypton, in residenza al Teatro Studio di Scandicci, fonda la sua poetica sull’esplorazione delle tecnologie e della loro applicazione sulla scena e nelle arti. Il suo lavoro ha un’attitudine interdisciplinare che si rivolge al mondo del teatro come a quello dell’architettura e delle arti visive, e l’attenzione all’indagine digitale è una forma di necessità, una risposta dovuta alla sua stessa identità.
Site: www.compagniakrypton.it/home.html
Teatro Argot Studio Via Natale del Grande, 27 – tel. 06.5898111
ingresso: 8 euro