Il mistero della laurea del ministro Valeria Fedeli
“Valeria Fedeli mente sul proprio titolo di studio, niente male per un neoministro all’Istruzione. Dichiara di essere laureata in Scienze Sociali, in realtà ha solo ottenuto il diploma alla Scuola per Assistenti sociali Unsas di Milano. Complimenti ministro, bel passo d’inizio”. Il giornalista Mario Adinolfi, nonchè ideatore del movimento “No gender nelle scuole – Popolo della famiglia” accusa il neo ministro dell’Istruzione di avere mentito sul suo titolo di studio.
Dunque la prima polemica sul governo Gentiloni è servita! Valeria Fedeli nella biografia presente sul suo sito personale dichiara infatti di essere in possesso di un “diploma di laurea in Scienze Sociali, presso UNSAS”. Tuttavia questo titolo di studio esisterebbe solo dal 2000, così come apprendiamo da una lettera pubblicata su Dagospia . Adinolfi continua dicendo: “Una che spaccia per laurea in Scienze Sociali un semplice diploma, la spacciatrice di menzogne sul gender è abituata a dire bugie: una così dovrebbe dimettersi seduta stante”. Ma la neo ministra non si scompone più di tanto e replica: “All’epoca non esisteva ma oggi quel diploma è una laurea triennale. É una polemica costruita ad arte per le mie posizioni sulle teorie gender nelle scuole e l’omosessualità”.
Lo staff del Ministro è corso subito ai ripari rilasciando una dichiarazione al quotidiano Il Mattino, dicendo che tutta la polemica si baserebbe su un (improbabile) “infortunio lessicale su cui ora qualcuno sta speculando”. E l’opposizione, come c’era da aspettarsi, si è scatenata. Il coordinatore dell’esecutivo nazionale di Fratelli d’Italia, Giovanni Donzelli, ha dichiarato :”La nomina a ministro dell’Istruzione di Fedeli rappresenta un insulto alla famiglia e alla nostra civiltà, oltre che una grave forzatura in questa fase politica. Diffidiamo il ministro a intraprendere azioni nella direzione indicata dall’iniziativa di legge. Se lo farà non staremo a guardare e agiremo di conseguenza per impedire la legittimazione della cultura gender”. Anche il Carroccio ha detto la sua con la persona del deputato Alessandro Pagano: “Il Pd ha gettato finalmente la maschera e si pone contro la libertà di educazione dei nostri figli e contro le famiglie. Mi chiedo cosa diranno adesso gli alleati centristi, quale imbarazzo, fino a che punto saranno disposti a digerire qualunque cosa pur di non dare la parola ai cittadini. È chiaro ormai che sono complici della sinistra e del disegno del Pd“.
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