Immigrazione e traffico di organi: questione italiana?

Dal 1 gennaio 2016 ad oggi, stando agli ultimi dati forniti dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali, sono arrivati in Italia 15833 minori non accompagnati. Se volete avere una proporzione del fenomeno su larga scala sappiate che durante lo stesso lasso temporale sono giunti 158947 migranti dentro i nostri confini nazionali.
Parliamo quindi di un bel numero, frutto delle difficoltà incontrate nei paesi di provenienza dalle famiglie e dalle difficoltà del viaggio. Potremmo aggiungere anche che, dati i costi elevati per raggiungere il vecchio continente, molti preferiscono affidare i propri minori alla sorte.
Già alla sorte: di quei 15833 minori, sapete quanti ne sono scomparsi? Ben 6503. La definizione di scomparsi fornita dal Ministero del lavoro? «Per irreperibili si intendono i minori stranieri non accompagnati per i quali è stato segnalato dalle autorità competenti a questa Direzione Generale un allontanamento».

L’Italia sta violando le principali convenzioni internazionali in tema, prima fra tutte la Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia ratificata dal nostro paese il 27 maggio 1991 con la legge n. 176. Il motivo? Le normative in tema di accoglienza sono ormai obsolete e inadatte alle nuove circostanze del fenomeno migratorio. Una serie di soluzioni furono delineate attraverso un documento di proposta dal Garante dell’infanzia nel novembre del 2015: maggior rilevanza del ruolo del tutore; tempestività nella sua nomina, semplificazione della burocrazia, maggior coordinamento tra territori sia a livello giurisdizionale che amministrativo, ma soprattutto maggiore ascolto del minore stesso. La camera ha recentemente approvato una legge dopo anni di torpore e ora si attende il voto del Senato. Nel frattempo ci siamo anche beccati una procedura d’infrazione nell’inverno del 2015 eppure tutti continuano a tacere circa il fatto che anche quest’anno si sia ripetuto un fenomeno silenzioso e disumano: infame l’atto di colpire le creature più indifese, scevre di quello scudo protettivo che un genitore sa rappresentare. Qualsiasi sia il trattamento destinato a questi esseri umani (il tema verrà affrontato più avanti) non c’è nessun parente o genitore che possa essere lì a difenderli.

Immigrazione e traffico di organi

Un articolo di VICEnews dello scorso marzo offre una spiegazione corretta ma probabilmente parziale del problema. A fronte dell’analisi condotta da Giulia Saudelli si evince che la maggior parte delle scomparse siano dovute a fughe volontarie dei minori dai centri di accoglienza. Tra le righe dell’inchiesta si legge infatti che: «Da un lato, gran parte dei minori stranieri non accompagnati non vuole rimanere in Italia, ma cerca di raggiungere i paesi del nord Europa, come la Svezia, la Germania o il Regno Unito. In alcuni casi, vogliono raggiungere i famigliari o gli amici che vivono già lì; in altri, si dirigono a nord per trovare un paese con un’economia più florida, dove hanno più possibilità di andare a scuola ed eventualmente di trovare un lavoro, dove l’integrazione è più facile e più probabile
E’ possibile che su 6503 casi, si tratti di 6503 minori fuggiti sulle proprie gambe dai CARA e dagli altri centri di accoglienza per fame di denaro? Tutti dai quindici anni in su, già affamati di futuro fino a quel punto?
E se ci fosse dell’altro dietro i dati che da anni si ripetono, in Italia come nel resto d’Europa? Il traffico di organi è un crimine concreto, documentato in varie parti del mondo, soprattutto in aree dove la soglia di povertà è molto bassa. Non si tratta soltanto di scene da cinema e popcorn. Lo dimostrano inchieste del passato condotte da “L’espresso” in Nepal e da “La Repubblica” in Sudan.
Sì, ma che c’entra tutto questo con l’Europa e soprattutto con l’Italia? Andiamo per gradi.

Stando alle dichiarazioni dell’Europol riportate dal Guardian nel gennaio 2016, sarebbero 10000 i minori non accompagnati scomparsi in Europa nell’anno precedente. Circa 1000 in Svezia e almeno 5000 in Italia. Ovviamente tutti questi dati consistono in stime che, secondo molti esperti del settore, sarebbero spesso al ribasso. Brian Donald, capo di gabinetto dell’Europol, dichiara in particolare che: «non è fuori dal mondo dire che si sta parlando di 10000 e più minori. Certo non tutti tra questi sono coinvolti in attività criminali; alcuni potrebbero essersi semplicemente ricongiunti ai membri della propria famiglia. Tuttavia non sappiamo dove sono, cosa stanno facendo e soprattutto con chi».

Immigrazione e traffico di organi
Fonte Der Spiegel

Dichiarazioni quindi prive di cognizione di causa, capaci di lasciare aperta qualsiasi pista riguardante le condizioni di questi minori. Prove certe di traffico illegale di organi appartenenti a minori stranieri non accompagnati nel nostro territorio tuttavia non esistono. C’è chi, come Gianni Lannes, da anni continua a trattare il tema scrivendo di inchieste giudiziarie stroncate sul nascere, esponendosi pubblicamente con la tesi che la prima regione coinvolta in questo traffico sarebbe la Lombardia. Tesi tutte da verificare, di prove concrete neanche l’ombra.

Nell’agosto del 2016 il San Carlo di Milano ha denunciato alle autorità le condizioni di un paziente immigrato proveniente dal Sudan: questi era stato visibilmente sottoposto in passato a un intervento di esportazione di un rene. Alle domande dei medici rispose in maniera confusa dicendo di essere stato narcotizzato dai suoi carcerieri mentre si trovava in Libia. Al momento è dichiarato disperso.

Proviamo a muovere alcune constatazioni. Negli ultimi anni (questa volta dati alla mano) l’ingresso di minori stranieri non accompagnati (MSNA) sul nostro territorio è esponenzialmente aumentato, complice l’acuirsi dei conflitti in varie aree del cosiddetto terzo mondo. Basti osservare i rapporti forniti dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali, per accorgersi che il numero di minori dichiarati irreperibili nel 2016 supera di circa 1000 unità quello dei minori stranieri non accompagnati giunti sul nostro territorio nel corso del 2012. Un dato impressionante. Aggiungiamoci le numerose criticità legislative che l’ordinamento italiano ad oggi palesa e il fatto che un traffico illegale trova sbocco laddove vi sia un’elevata domanda e un’offerta insufficiente. E’ il caso del Tamil Nadu, India, negli anni successivi al 2004: nel post maremoto che devastò quest’area, varie testimonianze illustrarono un notevole incremento dell’espianto di organi umani. Potrebbe essere il caso del nostro paese, data la situazione attuale.

Ad avvalorare questi sospetti ci ha pensato il Governo italiano che, nel 2013, ha affrontato il tema con una certa dose di serietà. In un rapporto stilato dal Comitato Nazionale per la bioetica si evincono due punti chiave. Se il primo riguarda la situazione mondiale del traffico di organi all’epoca: «Aggiungasi che questo mercato vede con sempre maggiore frequenza vittime vulnerabili, quali prigionieri, condannati a morte, minori (bambini rapiti per acquisire organi). Soprattutto in questi ultimi decenni il flusso di organi e parti del corpo percorre le moderne rotte internazionali tracciate dal capitale: dal Sud al Nord, dal terzo al primo Mondo, dai poveri verso i ricchi […] Vi sono dati pubblicati dall’OMS che indicano che un quinto dei 70000 reni trapiantati deriva da una transazione economica», il secondo delinea un’evoluzione della disciplina giuridica in tema ampliativa delle libertà e parallelamente restrittiva della tutela al bene fondamentale della vita. Da qui la richiesta del Comitato per un’azione europea a livello legislativo mirata ed efficacia.

Va inoltre ricordato che ad oggi, nel corso della XVII legislatura, sono stati depositati 42 atti parlamentari tra mozioni, interrogazioni e altri, riguardanti il tema del traffico illecito di organi umani sul territorio italiano. Nessuna risposta da parte del governo.

Immigrazione e traffico di organi

Arriviamo al 2015, precisamente al 25 di marzo, giorno in cui vari paesi del vecchio continente hanno firmato la Convenzione del Consiglio Europeo sul traffico di organi umani. Mentre in passato la legge, ad esempio in Italia, si preoccupava di punire soprattutto intermediari e operatori sanitari responsabili del trapianto, la Convenzione in questione si occupa di punire tutta la filiera coinvolta in questo traffico (includendo quindi le parti direttamente coinvolte), oltre ad offrire protezione al donatore. Un grande passo in avanti se non fosse che, come denunciato a più riprese dal blog di Lannes, la Convenzione in questione non è ancora stata ratificata dall’Italia oltre a non avere valore giuridico in nessun Paese per via della necessaria ratifica di almeno 5 stati, di cui 3 membri dello stesso Consiglio d’Europa). Dunque, carta straccia, anche se al momento il testo di legge finalizzato alla ratifica di questa starebbe compiendo il suo iter in Commissione affari esteri.

Nel marzo del 2015 il Presidente del Senato Pietro Grasso si è pubblicamente espresso, palesando una certa dose di inquietudine per l’elevato numero di scomparse di MSNA, parlando di trafficanti: «tra i quali ci possono anche essere trafficanti di organi». Sei anni prima era stato invece Roberto Maroni, all’epoca Ministro dell’interno, a denunciare il tema nel corso di una conferenza Unicef. In particolare colpisce un passaggio del suo intervento, nel vengono palesate: «evidenze di traffici di organi di minori che sono presenti e sono stati rintracciati sul territorio». Tuttavia in quell’occasione l’AIDO (associazione italiana donatori di organi) ha duramente replicato alle accuse di Maroni (il quale in particolare faceva riferimento a 400 scomparse nell’area di Lampedusa), sottolineando la conformità a legge delle pratiche condotte nelle cliniche italiane e l’assenza palese di prove in tutto il mondo.

Allo stato dei fatti la seconda replica dell’AIDO è oggi palesemente smentita grazie alle numerose testimonianze che si sono succedute di pari passo con la crescita dei fenomeni migratori verso l’Europa. Una di queste, oltre a quelle già viste, è quella fornita da Nuredin Atta Wehabrebi, primo trafficante di uomini eritreo pentito, interrogato dalla procura di Palermo nel luglio 2016: «talvolta i migranti non hanno i soldi per pagare il viaggio che hanno effettuato via terra, né a chi rivolgersi per pagare il viaggio in mare e allora mi è stato raccontato che queste persone che non possono pagare vengono consegnate a degli egiziani per una somma di circa 15.000 dollari. In particolare questi egiziani vengono attrezzati per espiantare gli organi e trasportarli in borse termiche». Tuttavia il Procuratore di Palermo, Maurizio Scalia, ha per ora parlato di mancanza di riscontri oggettivi nell’ambito dell’inchiesta avviata.

Immigrazione e traffico di organi
Dati forniti dal Ministero della salute
Immigrazione e traffico di organi
Dati forniti dall’AIDO
Immigrazione e traffico di organi
Dati forniti dall’AIDO

 

Niente allarmismi, soltanto una sana consapevolezza. La domanda di organi in Italia è alta, i tempi di attesa notevoli. Innegabile il rischio di un mercato illegale laddove questi due dati si combinino con l’esponenziale crescita del numero di MSNA scomparsi anno dopo anno dal 2012 ad oggi. Questo articolo non vuole dare risposte scientifiche al tema (impossibile data l’assenza di prove): piuttosto intende offrire una base di partenza per ricerche più approfondite oltre a una sensibilizzazione su un tema scottante di cui nessuno vuole parlare. Silenzio non dovuto all’inesistenza del fenomeno, vista l’attenzione delle istituzioni al tema su riportata, bensì ad altri fattori.

Di seguito i dati ministeriali riguardanti la ripartizione regionale dei minori non accompagnati. Questi bambini sono in mezzo a noi, come giustamente osservato dallo stesso Brian Donald «non scompaiono nelle foreste». Eventuali fatti ricollegabili a questo fenomeno vanno segnalati immediatamente alle autorità competenti dato che, repetita iuvant, questi fenomeni potrebbero avvenire sotto il nostro naso.

Immigrazione e traffico di organi

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