Derby Lazio-Roma e la guerra etnica

Domenica di trepidante attesa per il derby Lazio-Roma.

Davanti la sua curva deserta e un Olimpico -per dirla alla De Rossi- che sa di Napoli, i giallorossi conquistano la stracittadina con due bellissime reti di Strootman e Nainggolan.

Di un primo tempo al principio piatto e poco avvincente marca la memoria solo l’episodio del fallo non fallo su Bruno Peres che regala l’illusione fugace di un rigore, trasformata dalla terna arbitrale in una punizione che termina con un nulla di fatto.

Occorre la ripresa per dare verve alla gara e giustizia alle scelte di Spalletti: 64° minuto di gioco e il ben ritrovato Strootman approfittando di una dormitina al limite dell’area di Wallace, beffa Marchetti con un pallonetto dritto dritto in rete.

La Lazio protesta con il quarto uomo e così Kevin pensa sia il caso di spegnere gli animi schizzando appena qualche goccia d’acqua verso la panchina avversaria, Cataldi però non ci sta, rincorre Strootman e lo tira per il colletto, parte un vivace tafferuglio, arriva il verdetto di Banti: giallo per il romanista ed espulsione per il laziale.

La squadra di Inzaghi, ct compreso, soffre, ha i nervi a fior di pelle e fa da spettatrice ai minuti che scorrono, arriva il 77 esimo e la chiosa della bordata dai 25 metri di distanza siglata Radja. La Roma si aggiudica il quarto derby consecutivo.

Restano vive sullo sfondo di questo derby Lazio-Roma le tristi espressioni sulla guerra etnica cercata, incoraggiata e persa dai tifosi laziali, e le affermazioni razziste di Lulic verso Rudiger: “Due anni fa a Stoccarda vendeva calzini e cinture e adesso fa il fenomeno”. Resta un Olimpico mezzo vuoto e una curva sud riversata davanti ai maxischermi di Viale dei Romanisti, ma restano soprattutto tre importantissimi punti e una vittoria inestimabile, che trascinerà strascichi pesanti per i terzi in classifica, perchè il derby si sa è una storia a sé ed il web ci mette il suo inevitabile carico burlesco.

 

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