Calo delle borse e dei titoli bancari dopo il Referendum
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In seguito al risultato del Referendum Costituzionale che ha visto la vittoria schiacciante del NO con il 59,11 % dei voti contro il 40,89% del SÌ, Piazza Affari e le principali borse europee hanno dato inizio alla seduta odierna, dove le previsioni degli analisti sono state confermate: la borsa italiana ha aperto in forte ribasso e le europee sembrano non essere riuscite ad invertire il trend negativo.
Come già precedentemente previsto da molti analisti, la borsa italiana dopo il Referendum ha aperto in perdita di quasi tre punti percentuali, e anche al resto delle borse europee non è andata per la meglio. Ma dopo un apertura placida le borse europee si sono poi risollevate, e ora ad essere in rosso sono: Ftse Mib a -1,15% e l’ibex a 0,19%. Francoforte è invece in rialzo dello 0,96%, Londra dello 0,26% e Parigi dello 0,46%.
Ma destare preoccupazione nella fase post-referendum, è prevalentemente il comparto bancario italiano, nel quale Mps sta tentando un aumento di capitale da 5 miliardi di dollari, mentre la senese perde circa il 10%. E no finisce qui, perché la fase post-referendum si sta riversando anche sulle borse asiatiche, segnante dal rosso 0,82% del Nikkel, il ribasso dello 0,78% con l’Hang Seng di Hong Kong e ikl Dj Shanghai in perdita dell’1,20%. Senza alcun dubbio quindi le borse asiatiche sono state le prime a risentirne della vittoria del No e il timore è che possa esserci a breve il crollo dell’euro.
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