‘Ndrangheta: arrestato il boss latitante Marcello Pesce

#Squadramobile catturato pericoloso latitante Marcello Pesce a #Rosarno RC boss ‘ndrangheta ricercato per associazione stampo mafioso. Arriva direttamente con un twitter della Polizia di Stato la notizia dell’arresto del boss latitante Marcello Pesce, catturato dopo sei anni di latitanza. Gli agenti l’hanno fermato a casa sua, insieme ad altre due persone accusate di favoreggiamento.

Il latitante Marcello Pesce, detto “U Ballerino” fa parte dell’ dell’omonima cosca guidata da Antonino Pesce, operativa nella Piana di Gioia Tauro e ramificata in Lombardia e tutto il Nord Italia.

I Pesce  insieme la cosca dei Bellocco costituiscono  la più potente associazione criminale della ‘ndrangheta. Il clan gestisce tutti gli affari loschi dell’area di Gioia Tauro, dal traffico di droga, alle estorsioni al controllo dei mercati agricoli.

Marcello Pesce, era tra i principali obiettivi di polizia e carabinieri, sei anni di intense ricerche in tutto il territorio italiano e all’estero, iniziate  nel 2010, quando il 26 aprile, durante l’operazione denominata All inside nella quale vengono eseguiti dai carabinieri 40 fermi nei confronti di esponenti del clan Pesce per associazione a delinquere di stampo mafioso, estorsione e narcotraffico e sequestrati beni del valore di 10 milioni di euro,  UBallerino era riuscito a mettersi in fuga, Marcello Pesce scappò assieme al cugino Francesco detto “Ciccio ‘u testuni”.

Nel processo celebrato a Palmi, il pm Alessandra Cerreti aveva chiesto nei suoi confronti la condanna a 28 anni di carcere ma Marcello Pesce era introvabile, il primo dato rilevante si ha soltanto nel 2013 quando le operazioni dei militari dell’Arma hanno condotto alla scoperta dell’ennesimo bunker, rinvenuto nelle campagne di Candidoni, situato a pochi metri da un manufatto rustico. Il rifugio sotterraneo, costruito ad hoc nella fitta vegetazione, era probabilmente ritenuto nella disponibilità di Marcello Pesce. Nel 2015, le ricerche sono state estese anche in ambito comunitario mediante  l’emissione del Mandato di Arresto Europeo da parte della Corte di Appello di Reggio Calabria.

Sei anni di ricerche, un mandato di arresto europeo e alla fine gli uomini della Squadra Mobile di Reggio Calabria e dello Sco lo hanno scovato, attorno alle 5 in un appartamento al centro di Rosarno, dove si trovava insieme a due persone, arrestate per favoreggiamento.

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