INTERVISTA|Torna il Cirque du Soleil, Marco Senatore: “La mia vita da sbandieratore”
Nel 1984 iniziò una favola in cui non c’erano buoni o cattivi, ma solo personaggi fantastici in grado di volare e non solo. Questa favola non ha avuto un lieto fine o meglio, non ha avuto una fine perché continua a farci sognare ancora oggi. Il suo nome è Cirque Du Soleil e tra qualche mese i suoi artisti approderanno nuovamente a Roma per portare in scena lo spettacolo Amaluna. Ma qual’è il segreto del successo del circo più famoso del mondo?
Le Cirque du Soleil: la storia di un successo
Nel 1982, a Baie-Saint-Paul, una città Quebec, alcuni membri del Club des Talons Hauts tra cui trampolieri, giocolieri e mangiafuoco, si riversarono per strada e iniziarono a fare diversi numeri tra i passanti i quali risposero in maniera positiva ed entusiasta all’esibizione improvvisata. Dopo il riscontro positivo ottenuto da quell’esperienza questo gruppo di giovani artisti decise di organizzare un vero e proprio festival dove mettere in scena numeri di giocoleria e arti circensi: il Fête Foraine de Baie-Saint-Paul. Questi artisti tra cui c’era anche c’era Guy Lalibertè, ex mangiatore di fuoco al quale possiamo attribuire la fondazione del Cirque du Soleil, nel 1984 fondarono un’associazione no profit. Il governo del Quebec sostenne molto i progetti di quest’associazione tanto da inserire i loro spettacoli all’interno del programma delle celebrazioni l’anniversario dello sbarco di Jacques Cartier in Canada. Così ebbe inizio la storia del Cirque du Soleil che sin da subito si distinse per il suo stile innovativo rispetto agli altri spettacoli di stampo circense. Il primo spettacolo del Cirque du Soleil fece il suo debutto nella piccola cittadina di Gaspé -Quebec- in seguito andò in scena in altre dieci cittadine. Nel 1985 la compagnia si sposta per esibirsi ad Ottawa, Toronto
e alle Cascate del Niagara; l’anno successivo la tournee si sposta in altre otto città del Canada, le reazioni del pubblico erano positive, così nel 1987 da associazione no profit il Cirque du Soleil si trasforma in azienda privata. La capienza del tendone di questa compagnia cresceva di pari passo alla sua fama: nel 1987 la capienza del Grand Chapiteau era di 1.500 posti, che nel 1990 diventano 2500. Nel 1992 il Cirque du Soleil approda anche a Tokyo, da quel momento in poi il viaggio dei suoi spettacoli non si è più fermato arrivando a toccare tantissime città nel mondo. Tra i primi quartier generali in Europa c’è quello di Amsterdam, in queste sedi fisse che sono sparsi in giro per il mondo prendono forma gli spettacoli del Cirque.
I segreti del successo del Cirque du Soleil
Il successo del Cirque du Soleil è dovuto alla sinergia di diversi fattori, in primis il suo modo innovativo- per l’epoca- di fare circo. Una delle prime differenze tra il Circo tradizionale e il Cirque è l’assenza di animali nei suoi spettacoli. Nonostante sia nato solo nel XVIII il circo come lo si intende nell’accettazione moderna, gli spettacoli circensi sono sempre esistiti sin dai tempi degli antichi Egizi e sin dall’antichità i circensi cercavano il consenso del pubblico attraverso l’utilizzo di animali per le loro esibizioni. L’illusione che veniva data era quella essere riusciti ad “umanizzare” un animale selvatico come nel caso degli orsi. Questi animali infatti riscuotevano molto successo, i primi ad utilizzarli nei loro spettacoli furono gli zingari che erano molto abili anche a suonare.
Uno degli spettacoli più frequenti era infatti l’orso che balla: all’animale veniva insegnato a stare nella posizione eretta attraverso l’escamotage delle piastre bollenti; queste venivano posizionate sotto zampe anteriori dell’orso in maniera tale da farlo mettere sulle zampe posteriori spinto dal dolore. Ogni volta che l’orso tornava in quadrupedia veniva suonato il tamburello, dopo un lungo e doloroso addestramento l’orso si sarebbe messo in posizione eretta al solo suono del tamburello. Quest’esempio fa capire come la mentalità del Cirque du Soleil si discosti dal circo tradizionale, i suoi spettacoli sono basati sulle capacità dei suoi artisti che si esprimono attraverso diverse arti circensi riuscendo a sbalordire il pubblico per teatralità, forza ed eleganza.
Ogni spettacolo del Cirque ha un corpus centrale, un filo conduttore che viene seguito per la realizzazione di ogni esibizione che verrà portata in scena all’interno dello stesso spettacolo. La cura delle scenografie e dei costumi è minuziosa, anche le colonne sonore sono curate nei mini dettagli e soprattutto sono sempre eseguite dal vivo. A livello tecnico alcune innovazioni introdotte dal Cirque du Soleil sono: l’introduzione di corde elastiche negli esercizi aerei e l’aver potenziato il trampolino elastico. Il fatto di avere diversi quartier generali fissi ( come ad Amsterdam e Montreal) rende il Cirque du Soleil una vera e propria azienda e, come ogni azienda che si rispetti, ha una sua strategia di marketing.
Ma il Cirque si differenzia anche in questo, infatti la sua strategia è basata sul rischio e soprattutto sull’innovazione che è la caratteristica trainante del suo successo. Lalibertè ha creato quest’enorme azienda cercando di raggiungere sempre il solo obiettivo di stupire il pubblico, se questo riesce allora l’azienda ha successo; inoltre non ha voluto che il Cirque fosse quotato in borsa per avere il pieno controllo sulla sua azienda. Nonostante i costi di produzione enormi il Cirque riesce tutt’oggi ad essere un’azienda di successo, la capacità straordinaria del suo fondatore è stata quella di investire sulle risorse umane reinventando completamente un settore che al tempo sembrava essere già saturo.
Il Cirque Du Soleil raccontato dallo sbandieratore italiano Marco Senatore
Marco Senatore, artista italiano originario di Cava de Tirreni, insieme a Giuseppe e Vincenzo Schiavo e Federico Pisapia, fa parte dell’italian flags. Questi quattro artisti hanno portato un’antica tradizione italiana sul palco del Cirque Du Soleil: quella dello sbandieratore. Marco Senatore è sempre stato un appassionato di quest’antica tradizione che è anche un’arte e la sua passione lo ha portato, insieme al duro lavoro, sul palco del circo più famoso al mondo. Ciò che rende peculiari i numeri che Marco ed i suoi compagni portano sul palco del Cirque Du Soleil è che, a differenza dei classici sbandieratori, loro regalano al pubblico un mix di coreografie, giocoleria e ovviamente tanta tecnica. Proprio Marco Senatore ci ha raccontato la sua esperienza al Cirque Du Soleil.
Il Cirque Du Soleil, nel corso degli anni, si è affermato come il circo più famoso al mondo. Quale pensi siano stati i fattori che lo hanno portato a diventare così celebre?
“L’eccellenza il Cirque Du Soleil l’ha raggiunta grazie alla professionalità e l’eccellenza di tutti. E’ facile dire dopo uno spettacolo del Cirque Du Soleil che gli artisti erano bravissimi, ma dietro alla bravura dei singoli artisti c’è il lavoro incredibile dei dirigenti, dei costumisti, dei musicisti e di tanti altri. La bravura di tutti fa sí che il Cirque Du Soleil sia il top del settore.”
Quando hai iniziato a lavorare al Cirque Du Soleil che aspettative avevi? Andando avanti poi l’esperienza all’interno del circo le ha smentite o rafforzate?
“Prima della chiamata del Cirque Du Soleil non avevo mai visto un loro show dal vivo, solo qualche spezzone in tv. Inoltre non avendo mai lavorato per un circo prima di allora, ma solo per la Walt Disney a Tokyo, l’idea che avevo era quella del classico circo in tenda, ma sin dal primo giorno di training a Montreal, nel quartiere generale del Cirque Du Soleil, mi sono reso conto della grandezza di questa azienda e giorno dopo giorno mi ritenevo sempre più fortunato di far parte di questa “famiglia”.”
Al Cirque Du Soleil ci sono artisti provenienti da tutto il mondo, tutte eccellenze nella loro disciplina; questo provoca un clima di competizione o al contrario di coesione “dietro le quinte”?
“Si, ho detto famiglia, perchè più che un’azienda dietro ogni show c’è una famiglia fatta di artisti e tecnici provenienti da tutte le parti del mondo. Se vedere uno spettacolo del Cirque Du Soleil è un esperienza bellissima, vivere il backstage non è da meno, tra duri allenamenti e momenti di concentrazione prima di entrare in scena ci sono tanti bei momenti fatti di scherzi, serate passate insieme e tanto altro”.
Tu hai portato sul palco del Cirque Du Soleil un’antica tradizione medioevale italiana, in questo caso l’arte circense si fa portatrice di cultura e le barriere territoriali sotto al grand chapiteau non esistono più. Pensi che gli spettacoli del Cirque Du Soleil possano veicolare anche questo tipo di messaggio?
“Io sono uno sbandieratore del gruppo degli Sbandieratori Cavensi di Cava de Tirreni, sin da quando avevo 13 anni, il mio obbiettivo era far conoscere in Italia e nel mondo quest’arte. Mi ritengo fortunato avendolo fatto in tutti e cinque i continenti. Ovviamente riuscire a portare questa tradizione sul palco di Zarkana del Cirque Du Soleil è stato qualcosa di incredibile. In 5 anni oltre 3 milioni di persone hanno visto il nostro numero, dove l’arte della bandiera è stata completata da musiche, coreografie e colori che solo un azienda che non ha barriere culturali può garantire. Quando si entra in un teatro o chapiteau del Cirque Du Soleil si entra in un mondo a parte, dove tutto è possibile, dove le culture e le tradizioni si mescolano tra di loro, dove la diversità di lingua religione o colore della pelle non influenza il pensiero di nessuno. Che bel mondo sarebbe se fossimo tutti sotto un grande chapiteau.”
Il Cirque du Soleil torna a Roma con Amaluna
Dopo ben 11 anni di assenza dalle scene italiane il Cirque du Soleil torna a Roma, il Grand Chapiteau sarà montato in Viale Tor di Quinto e dal 29 aprile andrà in scena Amaluna, scritto e diretto dalla regista Diane Paulus. Amaluna è uno spettacolo tutto al femminile che vuole esaltare la donna in tutte le sue forme, per questo come simbolo principale è stata presa la luna, simbolo di femminilità. Verrà portata in scena un’isola magica dove Pospera, regina dei suoi abitanti, realizza una fantastica celebrazione per il compleanno della figlia. Rinnovamento, rinascita ed equilibrio sono i concetti chiave della storia, ma anche amore tormentato; infatti sull’isola di Prospera approderanno alcuni giovani, uno dei quali si innamorerà della figlia maggiore, ma i due dovranno affrontare diverse peripezie.
Amaluna ha una durata di 2h e 10 minuti, compresi 25 minuti di intervallo e la vendita dei biglietti è già aperta. Lo spettacolo andrà in scena dal 30 aprile al 7 maggio, per molte giornate sono previste due repliche: una pomeridiana e una serale.
GUARDA QUI IL TRAILER DI AMALUNA
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