È morto Fidel Castro nella sua Cuba. Il leader aveva 90 anni. La notizia della sua scomparsa è stata trasmessa attraverso la Tv nazionale dell’isola e a diffondere il comunicato è Raul Castro, il fratello: “caro popolo di Cuba: é con profondo dolore che compaio per informare il nostro popolo, gli amici della Nostra America e del mondo, che oggi 25 novembre del 2016, alle 10.29, ore della notte, é deceduto il comandante in capo della Rivoluzione Cubana Fidel Castro Ruz”. Fidel si era ritirato dalla vita politica nel 2006, a causa di una malattia abbastanza misteriosa, dal momento che dettagli ulteriori non erano mai stati rivelati. Erano le 4.29 in Italia quando è morto Fidel Castro, il quale, recita sempre il comunicato, sarà cremato nelle prossime ore. Il minore dei due fratelli, che dal 2008 aveva nelle proprie mani i poteri affidatigli dal fratello, ha concluso il suo commosso annuncio al mondo rendendo omaggio al leader politico con il suo slogan identificativo: “Hasta la victoria, sempre”.

Fidel Castro, idolo per le Sinistre di tutto li mondo e spietato dittatore per le parti opposte, e’ stato guida di una piccola isola caraibica e protagonista mondiale per quasi sessant’anni. La sua fama è principalmente legata al suo acerrimo antagonismo contro la prima potenza del mondo, gli Stati Uniti. Per i Cubani, Castro è stato il ‘Comandante’, oppure semplicemente Fidel, mito intorno al quale nacquero numerose leggende. Nel corso della sua vita Castro ha incontrato Tito, Indira Ghandi, Nelson Mandela, Yasser Arafat e soprattutto Papa Wojtyla. Giovanni Paolo II fu il primo Papa a recarsi ad incontrare il leader cubano. D’altronde Fidel è stato l’uomo dei record: detiene il primato per il discorso politico più lungo del mondo nella storia della politica (sette ore e quindici minuti di fronte al Parlamento) nel 1998 e 737 sono stati i tentativi di agguato ai suoi danni.

Lo compiangono in patria; muore un amico e un grande uomo per i Presidenti del Messico e dell’Ecuador, mentre gioiscono gli anticastristi statunitensi. “Finalmente” recita un tweet 14 y medio, il blog della nota dissidente Yoani Sanchez.

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