Polemica sulle locandine del nuovo film di Steve McQueen

È l’evento cinematografico più atteso del 2014. Dopo i grandi successi di Shame (2011) e Hunger (2008), il regista inglese Steve McQueen torna con una nuova opera: 12 Years a Slave. C’è trepidazione in Italia per l’uscita di questo film, già classificato come un capolavoro.

Bim, che lo distribuisce in Italia, avrà sicuramente un occhio di riguardo nei suoi confronti, ma in questi ultimi giorni ha causato delle cadute di stile che la stampa estera non ha sottovalutato. Messe da parte le discussioni per la traduzione del titolo in italiano con 12 Anni Schiavo, ecco che arrivano quelle più rumorose per la scelta delle locandine. In primo piano c’è sì il protagonista nero Chiwetel Ejifor intento a correre, come nel poster americano, ma dietro di lui appare la gigantografia del divo Brad Pitt, coproduttore del film e attore solo nelle ultime scene. In un’altra versione, invece, è presente il volto di Michael Fassbender, come Pitt non protagonista del film. Entrambi i divi sono bianchi. Una disparità troppo evidente e ingiustificata, non solo perché la storia raccontata nel film è quella di Solomon Northrup (Chiwetel Ejifor) che viene rapito e venduto come schiavo in Louisiana, ma anche perché il tema centrale dell’opera è proprio la schiavitù dei neri e la disuguaglianza a cui loro sono sono stati costretti per secoli. Che senso ha, dunque, mostrare due attori non protagonisti e, oltretutto, con la pelle del colore degli schiavisti? Negli Stati Uniti, in cui il tema è particolarmente sentito, alcuni siti hanno gridato allo scandalo. Buzzfeed e The Wire hanno scritto che in Italia si promuovono attori bianchi. Huffington Post ha persino chiesto la versione dei fatti sia al distributore americano, Fox Searchlight, che a quello italiano, Bim appunto, per assicurarsi che quei poster fossero effettivamente quelli ufficiali. Fox Searchlight ha risposto che la scelta è da ricondurre ad una questione di marketing. {ads1} Certo, Chiwetel Ejifor non ha un volto famoso in Italia, anche se ha dimostrato le sue straordinarie capacità interpretative anche nel nostro paese grazie a film come Kinky Boots – decisamente diversi (2005), e sicuramente sono più identificabili Pitt e Fassbender, protagonista sia di Shame che di Hunger, ma questa decisione poteva essere ed è stata facilmente fraintesa dato il delicato tema che viene affrontato nel film. Evidentemente il pubblico italiano ha bisogno di avere la grande star per entrare in sala e non si accontenta di sapere che Ejifor è candidato ai Golden Globe come miglior attore. A cercare di calmare le acque è intervenuto il portavoce di Lionsgate, che detiene i diritti del film di McQueen, rilasciando un’intervista a Variety: «I poster di 12 anni schiavo con Brad Pitt e Michael Fassbender che sono stati recentemente realizzati in Italia non sono stati autorizzati né approvati da alcun produttore o licenziatario del film. Summit Entertainment, l’esclusivo agente di vendita per i licenziatari, sta investigando e lavorando affinché la distribuzione di qualunque poster non autorizzato venga bloccata e quelli attualmente sul mercato vengano ritirati». Quindi le locandine che appaiono nei nostri cinema non sono legittime e la Lionsgate ne ha ordinato la rimozione. Mentre da tutto il mondo ci arrivano accuse di provincialismo, che sottintendono più che altro denunce di razzismo, la Bim mantiene il silenzio, pubblicando sulla pagina promozionale del film il poster identico a quello americano (con solo Chiwetel Ejifor) accompagnato all’annuncio “è questa la locandina definitiva del film”. La gaffe ha sicuramente alimentato l’attesa per 12 Anni Schiavo, la cui uscita è prevista per il 20 febbraio, le cui nomination ai Gloden Globe sono sette, il cui regista già acclamato nel nostro paese è Steve McQueen, di colore.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *