INTERVISTA|Violenza sulle donne, Isabel Russinova: «Do voce a chi non ne ha»
Isabel Russinova, testimonial di Amnesty International Italia, da anni dà voce a tutte quelle donne che non ne hanno. Il 26 novembre a Roma ci sarà una manifestazione nazionale, “Non una di meno”, per ricordare tutte le vittime di femminicidio, tante, troppe nel nostro Paese, e per ribadire ancora una volta i nostri diritti inalienabili. “Non una di meno” è un urlo nella notte, che fa confluire le voci di tutte le donne del mondo, dai massacri di Ciudad Juarez, al caso di Lucia Perez in Argentina, alla protesta in nero delle donne polacche, alla “March for Choice” delle donne irlandesi per il diritto all’aborto.
Non solo in Occidente ma anche in Oriente il dramma si ripete, senza tregua. Grazie all’intervento di Amnesty International, all’Università Roma Tre e all’Accademia di Santa Cecilia, è stato possibile realizzare degli eventi tematici di carattere culturale per contrastare i fenomeni di violenza verso le donne. Amnesty International, tra le altre battaglie, sta portando avanti quella che prende il nome di “Mai più spose bambine”.
Il 28 novembre verrà messo in scena, presso il Teatro Palladium di Roma, “Sui gradini del cielo”, spettacolo incentrato proprio sul testo originale di Isabel. “Sui gradini del cielo” parla del femminicidio, ed è stato dedicato dall’attrice a Sara Di Pietrantonio, la giovane studentessa dell’Università Roma Tre, barbaramente uccisa la scorsa primavera dal suo ex fidanzato a Roma. Si cerca di riflettere, di capire, di trovare un senso anche laddove sembra non esserci. Siamo stanche di essere oltraggiate, di subire attacchi alla nostra libertà e all’autodeterminazione in tutti i settori della vita. Ogni volta che una donna subisce violenza, ogni volta che una donna viene uccisa per mano di un uomo, l’umanità intera indietreggia. Abbiamo intervistato Isabel Russinova, una delle voci del coro, da anni impegnata in questa battaglia.
Come e quando si è sviluppato il suo interesse per la lotta contro la violenza sulle donne? Definirebbe la sua una missione?
Sono sempre stata sensibile alle tematiche sociali e alla tutela dei diritti dell’individuo. Questo mi hanno insegnato i miei genitori, la loro vita è stata un atto di grande generosità verso il prossimo. Mio padre, medico, ha dedicato tutta la vita al suo lavoro che ha affrontato come una missione. Sicuramente non avrei potuto avere esempi più alti di quelli presenti all’interno della mia famiglia e, quando sono diventata madre, ho cercato di fare lo stesso con i miei due figli, un maschio e una femmina.
Quali sono i Paesi, secondo Amnesty International, di cui lei è testimonial per questa campagna di sensibilizzazione, affetti dalla deplorevole pratica dei matrimoni contratti con spose bambine? isabel russinova
In molti paesi nascere femmine è davvero un inferno. La crisi sociale, economica, religiosa, politica mondiale che stiamo vivendo, le guerre che ci insanguinano , ostacolano la condizione femminile. Ad esempio nello Yemen la condizione sociale della donna è davvero molto critica, in alcune zone rurali del paese è ancora diffusa la pratica delle mutilazioni femminili. In Afghanistan le ragazze non possono dire no, alcuni uomini arrivano addirittura a vedere le donne come animali o bambole. Per la legge il matrimonio forzato è un crimine, ma cos’è il matrimonio combinato (che è la normalità) se non di fatto un matrimonio forzato? Solo le persone istruite vivono condizioni diverse e possono decidere di sposarsi liberamente. In generale le giovani si sposano in “accordo” con le decisioni dei genitori e uno studio ha dimostrato che più del 57 per cento di loro viene data in sposa al di sotto dei 16 anni. In Iran, secondo la legge, l’età legale per il matrimonio è 13 anni ma le ragazze più giovani (bambine) possono contrarre matrimonio con una persona scelta dal padre o dal nonno paterno a condizione di un permesso dal tribunale, che quasi sempre viene concesso. In Burkina Faso il matrimonio forzato, anche se illegale, è dilagante soprattutto nelle zone più povere, perché la legge non viene applicata, e comunque l’età legale per il matrimonio è 17 anni. Lì solo il 64 per cento delle donne può accedere all’ lstruzione. Bisogna lottare soprattutto per il diritto alla scuola, poiché l’istruzione è ciò che fa aumentare il livello di civiltà.
Isabel Russinova: “Il dramma delle spose bambine”
Il dramma delle spose bambine per alcuni è un dramma islamico. La Shari’a lo definisce un “matrimonio”. Nei versetti 65:4 del Corano si parla di “matrimonio con femmine da prendersi in età premestruale, vergini”. Il modello cui si guarda è Maometto, che si sposò con la figlia di suo fratello, la piccola Aisha, quando aveva sei anni. Maometto aspettò che Aisha compisse 9 anni per consumare la prima notte di nozze. Lei pensa che si tratti di un dramma solo islamico? Quanto e come influisce la religione su questa atroce pratica? Ma può esistere un Dio nel nome del quale avviene questo scempio? isabel russinova
Anche qui bisogna parlare di cultura o se vogliamo di ignoranza, che viene cavalcata utilizzando “grandi parole”, religione, tradizione, usate per raggiungere altri interessi. Si sfrutta l’ignoranza, colpendo come sempre gli innocenti. Non soltanto il Corano ci parla di spose bambine ma anche la Bibbia. Per esempio si legge in essa che, tra i figli di Giacobbe, c’è Tamar. Si tratta di una bambina, presa da Giuda per essere sposa del suo primogenito Er. La Bibbia e il Corano descrivono la legge degli uomini del loro tempo, un tempo in cui le donne erano considerate inferiori all’uomo. La storia dell’uomo è un lungo cammino, che molte volte si attorciglia su se stesso, smarrendo la strada e ritornando al punto di partenza. È una storia fatta di distruzioni e costrizioni, le tradizioni dei diversi popoli raccontano storie simili. La storia è un’importante fonte di insegnamento e può aiutarci a capire meglio e a guardare con più chiarezza il nostro presente e costruire il nostro futuro. Il buon senso, la ragionevolezza, l’educazione, sono figli dell’armonia che è frutto della conoscenza. Torniamo sempre al punto di partenza: soltanto attraverso la conoscenza e l’istruzione l’uomo può evolversi e, di conseguenza, smettere di essere oggetto di sfruttamento.
Le spose bambine in alcuni casi muoiono la prima notte di nozze, a causa di violenti rapporti sessuali ripetuti con questi uomini molto più anziani di loro, spesso parenti delle vittime (per mantenere “in famiglia” il patrimonio), che procurano alle bambine lacerazioni interne, letali per loro. Si può parlare di “culture e religioni diverse”, e ricercare un senso storico, oppure bisogna condannare questi atti senza “se” e senza “ma”? isabel russinova
Per curare una malattia bisogna conoscerne la causa. Molte volte il dolore è frutto di un riflesso, puoi avere molto male ad un braccio, ma quel male, per esempio, potrebbe derivare da un disturbo al colon, allora cosa risolveresti tagliando il braccio? Nulla perche il male resterebbe a torturarti…
A cosa pensa sia dovuta questa ondata crescente di femminicidi che, come uno tsunami, investe l’Italia? Si tratta di una crisi socio-economica o culturale-strutturale? Cosa, secondo lei, rende gli uomini così violenti e feroci verso le donne? Pensa ci sia anche, in fondo, una sorta di spirito di emulazione?
Certamente le crisi che stiamo vivendo alterano tutti i comportamenti. Poi ci sono gli interessi economici dei grandi paesi, la disoccupazione, la perdita dei valori morali di cui la società oggi sta soffrendo, la droga. Queste e altre ragioni, figlie di questo tempo, hanno abbrutito il genere maschile. Inoltre non bisogna dimenticare l’invidia che molti uomini provano nei confronti delle donne, che in occidente sono più consapevoli dei loro diritti, possono studiare e lavorare, scegliere come vivere. Gli uomini questo non riescono ad accettarlo e tentano in ogni modo di distruggerle, mostrando così la parte più orrenda dell’essere umano. Gli animali non agiscono così, solo l’uomo è in grado di torturare con disprezzo un altro uomo.
Gli uomini si possono educare al rispetto e all’amore verso le donne?
Il teatro, così come l’arte in genere, la musica, la danza, il cinema, possono avere un ruolo fondamentale di educazione e sensibilizzazione. La cultura è la più grande risorsa che l’uomo possiede per salvarsi, non bisogna dimenticarlo mai. Io continuerò a dar voce alle donne che ne hanno bisogno. E’ una mia urgenza, una mia priorità.
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