Che tempo che fa: ignorato il M5S
E’ trascorsa già una settimana da quando il Premier Matteo Renzi partecipava alla trasmissione di Fabio Fazio Che tempo che fa, portando nelle case di quasi 4 milioni di telespettatori la sua campagna per il Si al prossimo referendum costituzionale del 4 dicembre. Nulla quaestio se la logica equa della par condicio non imponesse la presenza, se non simultanea, comunque presenza delle opposte fazioni. Così però fin’ora non è stato, ed è subito polemica.
Interviene prima fra tutte l’Authority per le garanzie nelle Comunicazioni, l’AGCOM con una nota “ha ordinato alla Rai di far pervenire entro 24 ore la lista dei prossimi ospiti” di Che tempo che fa, “per poter valutare il rispetto delle condizioni di parità di trattamento” ai sensi del regolamento della commissione di Vigilanza in materia di par condicio referendaria, “riservandosi la facoltà di adottare misure d’urgenza”. Rai, Mediaset, Sky, tutte invitate ad aumentare i tempi dedicati alla trattazione dell’argomento referendario nei notiziari e nei programmi di approfondimento con il giusto equilibrio di parole e ragioni tra il Sì e il No, dedicando a entrambe le posizioni la stessa durata di intervento.
Ma per Fazio, nessun esponente del M5S, arriva solo ieri sera Matteo Salvini a dire la sua sul No alla Riforma costituzionale a Che tempo che fa. La scelta non passa certa inosservata, e l’hashtag #FazioDimettiti accompagna il lungo sfogo di Beppe Grillo sul suo blog che spiega il comodo invito di Fazio ad alcuni esponenti del Movimento e il giusto e logico declino. Grillo accusa: «Per mettere le mani avanti, Fazio ha giocato ancora più sporco. I responsabili della sua trasmissione ci hanno contattato settimane fa per imporci le loro condizioni: o viene uno tra Grillo, Casaleggio, Raggi e Appendino o non se ne fa nulla. Una proposta irricevibile, dato che nessuno dei quattro ha seguito in Parlamento la riforma costituzionale. Perché non invitare Luigi Di Maio, Danilo Toninelli, Roberto Fico o Alessandro Di Battista? Molto semplice: per il Presidente del Consiglio, che continua a scappare da un confronto diretto con loro, i nostri parlamentari sono troppo pericolosi perché dicono la verità. Fazio non invita gli esponenti del Movimento per fare un favore a Renzi, un atteggiamento ignobile e censorio, indegno del servizio pubblico. Se Fazio vuole continuare a fare il militante piddino si dimetta e vada a lavorare per l’Unità, la TV pubblica è per giornalisti imparziali e onesti». Ma forse Fazio vuole solo dare un’impronta di gossip alla sua Che tempo che fa, preferendo il personaggio e tutto il contorno della diatriba piuttosto che l’informazione, la conoscenza e l’imparzialità di un ormai sempre più lontano servizio pubblico.
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