Sesso per ottenere case popolari nel Milanese [video]

Un funzionario responsabile dell’Area servizi alla persona del Comune di Riscaldina è ai domiciliari con l’accusa di aver richiesto del sesso per ottenere case popolari a donne in condizioni di vulnerabilità. E’ stata la Guardia di Finanza di Legnano (Milano) ad aver eseguito l’ordinanza di custodia cautelare. Ciò che è emerso dalle indagini coordinate dalla procura di Busto Arsizio, è che l’impiegato comunale avrebbe abusato dei suoi poteri per indurre donne in difficoltà economiche a concedergli dei favori sessuali per ottenere in cambio l’assegnazione, non dovuta, di alloggi popolari e contributi pubblici. E’ di circa 7.500 euro la somma dei contributi erogati senza legittimità da parte del funzionario in cambio di quegli incontri sessuali.

L’uomo,sposato e incensurato,  lavorava presso il Comune di Rescaldina dal 2009 e nel periodo in cui è stato oggetto di indagine, avrebbe richiesto sesso per ottenere case popolari e contributi economici ad almeno due donne. Nel momento in cui al Comune giungeranno i fascicoli ufficiali sulla sua posizione, l’impiegato rischierà la sospensione e, in caso di condanna, il licenziamento.

Nell’inchiesta soprannominata ‘Sex and the city’ e coordinata dal pm Nadia Calcaterra, è emersa la dinamica di questi scambi. L’impiegato riceveva le donne bisognose sempre nel suo ufficio, luogo in cui venivano poi consumate le prestazioni sessuali. Secondo le indagini, una delle donne, vedova, senza lavoro e con i bambini a carico, avrebbe ottenuto la casa in uno stabile popolare solamente grazie al funzionario: senza intraprendere l’iter di legge che prevede i colloqui con gli assistenti sociali, l’esame di una commissione e infine l’ingresso in un graduatoria. Le indagini di ‘Sex and the city’ sono partite grazie al sindaco di Riscaldina, Michele Cattaneo. Il primo cittadino era stato insospettito dal bilancio del suo Comune e così si era recato presso le Fiamme Gialle di Legnano con un esposto.

Nel corso dell’operazione, la Finanza di Legnano ha sequestrato molti documenti, ora al vaglio degli inquirenti, che hanno a che fare con gare di appalto gestite dallo stesso uomo. Nell’ambito della medesima indagine sono indagate però altre tre persone, sebbene ancora a piede libero, accusate di truffa aggravata e “induzione indebita a dare o promettere utilità”.

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