Fenomeno Belotti: il bomber azzurro nell’era dei “falsi nueve”
Il Fenomeno Belotti ormai sta contagiando tutta l’Europa. A quanto pare, infatti, sono molti i top club europei ad aver messo gli occhi sul giovane, a partire dal Manchester United di Mourinho. Classe ’93, forza fisica da vendere e una buona tecnica, hanno fatto del “Gallo” un vero e proprio fenomeno. Insomma, nell’era dei “falsi nueve”, si sta facendo avanti a spallate il fenomeno Belotti: il classico numero 9 che in Italia mancava da anni.
BELOTTI IS THE NEW BOBO?
Guardando la Nazionale, a molti di voi sarà venuta la nostalgia di tutta quella generazione di attaccanti che in azzurro si contendevano la maglia da titolare a ogni partita. Oltre ai grandi fantasisti come Totti e Del Piero infatti, in azzurro si sono susseguiti numeri 9 del calibro di Pippo Inzaghi, Bobo Vieri e Luca Toni. Dopo la vittoria dei Mondiali però, l’Italia non è più riuscita a identificare tra le generazioni successive un degno erede di questi grandi bomber. Ma dopo l’esclusione di Balotelli dal giro della Nazionale e i comportamenti di Pellè, forse Ventura ha trovato nel fenomeno Belotti il numero 9 ideale per la sua squadra.
In ogni caso, tra le grandi punte che abbiamo nominato, quale si avvicina di più alle caratteristiche del Gallo? Più potente di Inzaghi e più agile di Toni, probabilmente Belotti si avvicina molto più a Bobo Vieri, sia fisicamente che tecnicamente. Ma attenzione: Belotti, con i suoi 3 gol nelle prime 3 apparizioni in azzurro, è già partito meglio di Bobo, che ne segnò uno soltanto.
Anche in campionato, il confronto è a favore del giovane talento granata. Bobo tra i 22 e i 23 anni passò dall’Atalanta alla Juventus siglando 7 gol il primo anno e 8 il secondo. Belotti invece alla stessa età ha collezionato 12 gol in 35 presenze nel suo primo anno in granata, mentre quest’anno ne ha già segnati 8 in 10 partite, arricchendo il tutto con 3 assist.
Se continua così, il confronto tra Vieri e Belotti potrebbe diventare addirittura ingeneroso nei confronti del Gallo. E poi, tra le altre cose, il suo idolo è sempre stato Shevchenko!
“Da milanista il mio idolo è sempre stato Shevchenko, ammiravo la sua cattiveria e la capacità di essere leader e umile allo stesso tempo”
E L’ALBINOLEFFE CHE DUBITAVA DI LUI …
Scavando nel passato di Andrea Belotti, scopriamo che le esperienze calcistiche di Belotti sono state tutt’altro che facili. Innanzitutto, se non fosse stato per il papà – che lo spinse ad appassionarsi a questo sport – probabilmente Belotti non sarebbe mai diventato un atleta. Successivamente, l’amore a prima vista con il pallone lo portò in breve tempo dal campetto sotto casa a quello dell’Albinoleffe, passando per un provino con l’Atalanta in cui non venne selezionato. Nell’Albinoleffe il fenomeno Belotti ha iniziato a farsi le ossa. Giocava spesso da centrocampista e, stando ai racconti del papà, ogni anno rischiava di essere scartato dalla società, ancora poco convinta del talento del Gallo.
La svolta è arrivata con Alessio Pala, l’allenatore che ebbe l’intuizione di trasformarlo in attaccante. Da quel momento, Belotti ha alzato la cresta. Nell’Albinoleffe, in Lega Pro, fece 12 gol in 29 partite, mentre l’anno successivo a Palermo ne segnò 10 in 24 presenze, partecipando attivamente alla promozione dei rosanero in Serie A. Nel secondo anno di Palermo Belotti esordì in massima serie. Inevitabilmente, il bottino delle reti diminuì a 6, ma nonostante tutto collezionò ben 38 presenze in Serie A.
Un percorso fatto di gol ma, soprattutto, di tantissimi minuti sulle gambe. Un bagaglio di esperienza che ora gli sta permettendo di farsi rispettare in Serie A a dispetto della giovane età.
IL GALLO E IL TORO
Dopo l’esperienza di Palermo, la squadra che più di tutte le altre ha insistito per acquistare Belotti fu il Torino. La società granata aveva fiutato l’affare prima di tutti: 8 milioni di euro, per quello che in meno di due anni sarebbe diventato uno dei seri candidati a vestire la maglia n.9 della Nazionale Italiana ai prossimi Mondiali.
Non a caso, gli osservatori di tutti i top club europei hanno messo da tempo gli occhi sul fenomeno Belotti. In tutti i maggiori campionati, attualmente è il miglior marcatore sotto i 23 anni del 2016. Nemmeno il suo ex compagno di squadra Dybala, titolare inamovibile nella Juventus, è riuscito a fare di meglio. Ma il Torino di Cairo non si accontenta di vedere l’esultanza del Gallo. Sembrerebbe infatti che la società stia già lavorando per proporre a Belotti un cospicuo rinnovo contrattuale, con tanto di clausola rescissoria valida solo per le squadre estere.
L’ESULTANZA DEL GALLO
Se vi siete chiesti il motivo per cui faccia il gesto del gallo ogni volta che segna, sappiate che c’è una storia dietro. Una storia legata a un suo amico, che di cognome fa proprio “Gallo”, e che inventò per lui quell’esultanza. Di questo passo, il fenomeno Belotti di esultanze ne farà ancora molte. Per la gioia del calcio italiano che, in un mondo di falsi nueve, forse ha ritrovato un vero numero nove.
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Twitter: @Alex Marino