Bastausi.it: Renzi ha sbagliato indirizzo
È bastausi.it il domino corpo del reato delle ultime ore. L’errore contenuto nella lettera inviata dal Presidente del Consiglio ai cittadini all’estero diventa un caso mediatico e sui social per due schieramenti (quello per il Sì e per il No alla riforma costituzionale) è muro contro muro.
La campagna referendaria è ormai giunta ai ferri corti e in queste circostanze, si sa, la politica diventa un campo di battaglia. Due i plotoni in campo: sostenitori del Sì e sostenitori del No, ormai in dirittura d’arrivo verso il 4 dicembre (QUI il nostro Speciale). Perciò in questi momenti tutto diventa lecito e ogni piccolo errore pesa sul piatto della bilancia molto più di quanto si potesse credere. Sgambetti, tiri mancini, slogan elettorali si dimenano sui media, sui social e persino nella cassetta delle lettere dove i cittadini italiani residenti all’estero hanno trovato una bella sorpresa. Il Partito Democratico ha infatti deciso di spedire una serie di missive spiegando le ragioni del Sì al referendum. La lettera “incriminata” dei piddini recita così: «Oggi – scrive Renzi – siamo a un bivio. Possiamo tornare ad essere quelli di cui all’estero si sghignazza, quelli che non cambiano mai, quelli famosi per l’attaccamento alle poltrone e le azzuffate in Parlamento. Oppure possiamo dimostrare con i fatti che finalmente qualcosa cambia e che stiamo diventando un Paese credibile e prestigioso». La dicitura “spiegando le ragioni del Sì” è in realtà un eufemismo. Più che altro il Premier si dilunga in una serie di affermazioni retoriche sull’esigenza di “rendere più forte l’Italia”, sul fatto che l’attuale Costituzione ci rende “un Paese dalla politica debole” e via discorrendo.
Tempestiva la reazione trasversale delle opposizioni: da un lato Sinistra italiana, per bocca di Arturo Scotto, decide di presentare un’interrogazione parlamentare per sapere «chi paga e quanto costano» le lettere inviate da Renzi e perché sui «documenti che circolano alla Farnesina sui procedimenti elettorali più di una perplessità viene sui rischi relativi al libero esercizio del voto e sul fatto che alcuni report siano stati celati»; dall’altro, Renato Brunetta (FI), tuona e grida al reato: «La notizia, lanciata ieri dalla ministra Boschi, delle milioni di lettere partire da parte del presidente del Consiglio, Matteo Renzi, agli italiani residenti all’estero in merito al voto sul referendum costituzionale è di una gravità inaudita e senza precedenti. Roba da Procura della Repubblica e da reato ministeriale». Una gazzarra inaudita come se le lettere in campagna elettorale fossero una novità nel Bel Paese. Ciò nonostante non siamo ancora giunti al vero corpo del reato, a ciò che inverte le parti in commedia in tutta questa situazione: il dominio bastausi.it, refuso comparso nelle famigerate lettere straniere. Infatti gli ormai rinomati addetti alla comunicazione di Palazzo Chigi, nell’impaginare la bella letterina spedita agli antipodi della terra, hanno erroneamente indicato il sito sbagliato “bastausi.it” invece di “bastaunsì.it”. Una “n” che ha cambiato le sorti dei litiganti, dimostrando l’ennesimo deficit comunicativo di Palazzo Chigi.
Inutile dire qual è stata la reazione del web alla notizia! Da Selvaggia Lucarelli a @batuffolo210 la vicenda è involta in un generale sberleffo. E potevano i sostenitori del No lasciarsi scappare un autogol così clamoroso? Certo che no! Tant’è che hanno acquistato il dominio libero dell’erroneo “bastausi.it” reindirizzandolo verso le ragioni del No. Un’altra storia… Tutta italiana.