E ora? Cosa potrebbe succedere dopo la vittoria di Trump
Le tanto attese e discusse elezioni presidenziali americane 2016 si sono concluse con la scioccante vittoria di Trump. Già, Donald Trump, contro tutti i pronostici, è il 45esimo presidente degli Stati Uniti d’America. Secondo i voti scrutinati, Trump, con 278 grandi elettori contro i 228 della Clinton, si è aggiudicato il trionfo negli Stati chiave, cioè Florida, Pennsylvania, Ohio, North Carolina e Virginia. Una doccia fredda, un po’ come quella di pochi mesi fa, quando il Regno Unito ha votato per il Brexit. Tutti i media internazionali hanno accolto la notizia con stupore e sconcerto, così come i mercati finanziari. Eppure si era molto discusso dell’inaffidabilità dei sondaggi e della possibilità che il mondo stesse sottostimando il sostegno degli elettori americani a Trump. Così è stato e se da un lato si parla ora della vittoria di Trump come della vittoria del mito dell’uomo estraneo alla politica e della scelta sbagliata del Partito democratico di candidare la Clinton dinanzi ad un Paese ormai stanco e disilluso dalla politica, dall’altro, si parla dell’epic fail dei media di tutto il mondo. Margaret Sullivan dal Washington Post ha sottolineato il fatto che i giornalisti di tutto il mondo semplicemente non potevano credere nella vittoria di Trump e hanno preso sempre alla lettera le sue parole, ma mai seriamente. Invece, gli elettori hanno fatto esattamente l’opposto, prendere Trump seriamente e non letteralmente. In questo modo il nuovo presidente ha catturato la rabbia del popolo americano nei confronti di questioni come il commercio e l’immigrazione, mentre i media non sono stati in grado di coglierlo. Nel suo primo discorso dopo aver appreso i risultati elettorali ha dichiarato: «è arrivato il momento di curare le ferite delle divisioni, repubblicani e democratici devono riunirsi in un unico popolo, è arrivato il momento. Mi impegno di fronte ad ogni cittadino, sarò il Presidente di ogni americano. Mi rivolgo a coloro che non mi hanno scelto per ricevere indicazioni, per riunirci in un unico Paese. Lavorare insieme ci porterà alla ricostruzione della Nazione e al rinvigorimento del sogno americano».
La vittoria di Trump sembra inoltre essere una diretta conseguenza del tentativo fallito di Hillary Clinton di tenere unita la colazione che assicurò l’elezione del presidente Obama nel 2008 e nel 2012. Sebbene si sia aggiudicata i gruppi demografici chiave a cui la sua campagna elettorale mirava, la Clinton non ha ottenuto il completo supporto delle donne americane, che invece veniva dato per scontato. E nemmeno la chiamata al voto per Hillary da parte del presidente uscente Obama alle comunità degli Afro-americani, dei Latini e dei giovani elettori è riuscita a garantire alla Clinton l’ingresso nella Casa bianca, facendo sì riportare il loro schiacciante sostegno alla Clinton rispetto a Trump, ma nettamente inferiore rispetto alle precedenti elezioni di Obama.
Vittoria di Trump: e ora?
La vittoria di Trump ha segnato quindi l’inizio di un nuovo capitolo per gli Stati Uniti d’America. Dalle colonne del Guardian, Jonathan Freedland si chiede se è vero che «da oggi gli Stati Uniti non saranno più una fonte di ispirazione per il resto del mondo, ma piuttosto una fonte di paura». Noi ci chiediamo lo stesso, soprattutto riguardo ad alcune delle questioni spinose sollevate dal nuovo presidente Donald Trump, nel corso della sua campagna elettorale.
Libero scambio
Trump ha minacciato di stracciare alcuni tra i principali accordi sul libero scambio, tra cui l’Accordo nordamericano per il libero scambio tra Stati Uniti, Canada e Messico. Ha suggerito anche il ritiro dall’Organizzazione mondiale del commercio e l’imposizione di nuove tasse sulle importazioni.
Cambiamento Climatico
Trump, che dichiara di non credere al ricaldamento globale, vorrebbe cancellare l’accordo di Parigi sul cambiamento globale, firmato da più di 195 paesi nel 2015. Ha anche affermato che eliminerà la spesa americana per i programmi delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici.
Chiusura delle frontiere
Ha promesso di costruire un muro lungo i confini tra Stati Uniti e Messico e di deportare 11 miliioni di migranti irregolari. Ha inoltre annunciato la totale chiusura all’ingresso dei musulmani negli Stati Uniti.
Nato
Definendo la Nato una organizzazione obsoleta e carattterizzata dalla presenza di membri ingrati che beneficiano della generosità degli Stati Uniti, Trump ha affermato che l’America non può più permettersi di proteggere gli Stati in Europa e in Asia senza un’adeguato compenso.
Russia
Trump ha auspicato una distensione dei rapporti con la Russia. Ha espresso la sua stima nei confronti di Putin e si è detto desideroso di riallacciare con lui una buona collaborazione.
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