Cucciolo di Norcia sarà cane da soccorso

Tra le poche buone notizie che arrivano dal cratere del terremoto, c’è quella di un piccolo cucciolo di Norcia. È un piccolo border collie salvato dalle macerie di Castelluccio di Norcia. Il proprietario del cane, si legge nel comunicato nell’Ente Nazionale Protezione Animali, ha deciso di donarlo ai vigili del Fuoco che lo hanno salvato. Un piccolo cucciolo terremotato che diventerà un cane da soccorso. Come quelli che hanno salvato lui e tante altre persone. Il cucciolo di Norcia, cucciolo di norciaribattezzato Terremoto, è stato donato al nucleo cinofilo dei Vigili del Fuoco della Toscana. Castelluccio di Norcia è un paese isolato dopo il terremoto del 31 ottobre. Ci sono voluti due giorni per raggiungerlo e l’ENPA sta lavorando alacremente per trovare e portare in salvo tutti gli animali isolati o irraggiungibili nelle zone terremotate. Proprio come avvenuto per la scossa del 24 agosto.

Un’altra buona notizia era arrivata ieri da Peruggia, dove un carabiniere ha trovato una piccola gatta di nome Luna. A Norcia è attivo il Punto Veterinario Avanzato dell’ENPA che assiste gli animali trovati tra le macerie o che hanno perso i propri padroni nel panico causato dalle scosse. ‘Finora – si legge nel comunicato stampa dell’Ente – sono 912 gli animali assistiti in tutta l’area del sisma dalla Protezione Animali. Cibo, medicinali, antiparassitari, assistenza e cure veterinarie sono stati forniti dai volontari dell’ente animali che li ha recuperati, soccorsi e salvati. 158 gli animali accuditi dei nostri veterinari (molti dei quali in emergenza) al Punto Veterinario Avanzato Enpa di Norcia. Di questi, 59 sono cani (3 trasferiti in clinica a causa delle loro condizioni), 63 gatti, 10 tartarughe, 13 galline, 1 criceto, 2 oche, 1 riccio, 4 pappagalli e 5 canarini’. Compito dell’Ente Nazionale Protezione animali è, oltre quello di prendersi cura degli animali in difficoltà, anche di ricongiungerli ai proprietari sfollati dopo il terremoto. Oltre agli animali da compagnia, però, ci sono anche quelli da allevamento che ora sono senza cure in molte zone montane irraggiungibili e isolate. Un’altra emergenza da affrontare nel post terremoto.

Twitter: @g_gezzi

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