Tiromancino: la descrizione di un attimo
In una affollatissima Sala Sinopoli dell’Auditorium Parco della Musica sulle note di Piccoli Miracoli i Tiromancino aprono il loro live, nella tappa romana del tour Nel respiro del mondo, che ha visto sul palco anche Giuliano Sangiorgi dei Negramaro.
Ripercorrendo tutti i più grandi successi, da Due destini a L’alba di domani, il gruppo romano presenta anche l’ultimo lavoro, Nel respiro del mondo, un album piuttosto vario, laddove il loro classico sound si intreccia a nuove forme di sperimentazione, che spaziano dall’elettronica, all’hip hop, quasi alla canzone popolare. La maggior parte dei brani sono dedicati al mare perché, come spiega Federico, “sono stati scritti insieme a mio padre Domenico in una casa in riva al mare per coglierne l’ essenza, gli umori e i profumi”: in perfetto stile Tiromancino la musica sposa bellissime parole. Tra i brani più belli Molo4, Mare aperto, Onda che vai; piuttosto invece anomalo il brano L’ultimo treno della notte, che sembra rievocare un po’ la canzone italiana degli anni ’70 e che è stato riproposto, nel corso del concerto, come un divertente duetto tra Federico e un finto Califfano, interpretato dall’attore Andrea Perroni. Tuttavia si tratta di un album che sembra aver riallacciato le fila con i Tiromancino di una volta: non è infatti un caso se nella scaletta, oltre a I giorni migliori, compare anche Strade, uno dei singoli d’esordio datato 2000 che peraltro ottenne il secondo posto nella sezione Giovani del Festival di Sanremo dello stesso anno: “un brano che non suonavamo da 5-6 anni”, come afferma lo stesso Federico Zampaglione.
Ma se pensate di andare ad un concerto dei Tiromancino solo per cantare le loro canzoni, vi sbagliate, perché c’è anche tanta buona musica: basti pensare che la seconda parte del concerto è stata suonata interamente in acustico, per cui è stato possibile apprezzare ancora di più le capacità di questi grandi musicisti. Musicisti, lo abbiamo già detto, spinti anche a sperimentare nuovi strumenti e nuove vesti musicali per i loro brani: così Imparare dal vento in versione blues o La descrizione di un attimo in versione country diventano talmente belle da far venire voglia di mandare indietro e sentirle a loop. Ottimo il lavoro delle luci coordinato da Massimo Tommassini: sfumature dal rosso, al blu, al verde, quasi in tinta con le emozioni che i brani stessi suscitano, sono perfettamente sincronizzate con il bit. Dunque un concerto emozionante, coinvolgente e qualitativamente ineccepibile: fin quando ci saranno artisti così, la musica in Italia non sarà morta.
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