Leopolda: l’inenarrabile scontro tra manifestanti e forze dell’ordine
È giunta al suo termine la manifestazione della Leopolda, anche detta “incontro di persone che credono nel valore della politica”. Ma a parte la discutibilità di quest’ultima frase pronunciata dal premier Renzi, la Leopolda quest’anno si è distinta, oltre che per la falla aperta dalla minoranza democratica in merito alla firma posta da Gianni Cuperlo sul documento per la modifica all’Italicum, anche per gli oramai sconcertanti scontri tra manifestanti e poliziotti.
Scontri al corteo anti-Renzi
Riflettori puntati come in ogni manifestazione su un qualunque corteo di “rivoluzionari”, stavolta dal nome “NO Renzi, NO al Referendum”. E già dal nome potrebbe essere facilmente intuibile come questi manifestanti abbiano rischiato grosso a recarsi all’incontro politico, laddove il significato della frase “Leopolda 2016 deve poter rappresentare la voce comune” sembrerebbe essere pari a quello di uno slogan elettorale, o forse neanche a quello. Ma procediamo con ordine e analizziamo la dinamica dell’evento. Il tutto ha inizio durante l’avanzamento del corteo di manifestanti verso il centro, quando (in)solitamente la polizia forma una barriera umana per impedire l’accesso ai manifestanti in piazza San Marco, luogo simbolo dell’incontro. Ora sicuramente vi starete chiedendo come sia possibile che a un incontro aperto sia stato impedito l’accesso a persone manifestanti. La risposta non è un mistero, né tanto meno una novità. A questo punto i manifestanti compiono un’azione incresciosa, che non è giustificabile in alcun modo: il corteo accende alcuni fumogeni e inizia a lanciare petardi e ortaggi contro i poliziotti. Di risposta, gli agenti reagiscono con una carica verso i manifestanti e da lì ha inizio l’ignobile finale, inscenato oramai in quasi tutte le manifestazioni. Ma sorge spontaneo un interrogativo: sarebbe accaduto ugualmente tutto questo se il politico di turno non avesse impartito ordine agli agenti di impedire l’accesso ai manifestanti?
A ciascuno le proprie personali conclusioni.
Il falso buonismo politico
Passiamo ora dalla retorica della frase usata come slogan, ennesima controprova dello storytelling tanto caro al nostro premier Renzi. Sì perché, paradossalmente, secondo il premier la Leopolda deve essere aperta a tutti, ma allo stesso tempo in quei “tutti” non sono compresi coloro che voteranno NO al Referendum. Democrazia? Sì, la “nostra” fatta di finto buonismo e retorica del qualunquismo. E cosa c’è di strano se nel momento in cui il corteo si è visto impedire l’accesso a un evento politico collettivo abbia deciso di fare dietrofront per pensare a come buttare giù la barriera di agenti? Attenzione, qui non si sta disquisendo se sia giusto o sbagliato il fatto che siano stati lanciati petardi, fumogeni e ortaggi contro i poliziotti, né tanto meno stiamo avallando il modo in cui i manifestanti hanno fatto sommossa. Al contrario, ciò che noi stiamo evidenziando riguarda il fatto che pur facendo parte di una “democrazia moderna” ci troviamo ancora di fronte a barriere di agenti che sono costretti a vietare l’accesso a un corteo di manifestanti, semplicemente perché questi hanno un’ideologia opposta a quella del politico di turno. E sebbene questo lato, ad oggi, faccia parte dell’inenarrabile e del superfluo, il nostro intento è quello di far trapelare da questo articolo come, il più delle volte, conoscere entrambe le facce della medaglia aiuterebbe ad avere una visione complessiva e, non da meno, una maggiore consapevolezza su quella che oggi noi oggi chiamiamo democrazia.
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