Presidenziali USA: ecco dove si decideranno le elezioni
PRESIDENZIALI USA – Il voto è ormai alle porte e l’8 Novembre si deciderà il nuovo presidente degli Stati Uniti d’America. Le elezioni statunitensi sono molto diverse da quelle a cui siamo abituati. Dopo le campagne primarie, che hanno portato alla definizione dei due candidati, ovvero Donald Trump per il partito Repubblicano e Hillary Clinton per quello Democratico, il nuovo presidente sarà colui che per primo riuscirà ad arrivare alla soglia dei 270 voti elettorali, i cosiddetti grandi elettori. Il presidente non è eletto direttamente, ma i 50 Stati (e il distretto della Columbia) si dividono i 538 voti totali in base alla popolazione dei singoli Stati e il candidato che vince in uno stato prende tutti i voti dello stesso, eccezion fatta per il Maine e il Nebraska.
GLI STATI ANCORA IN BILICO – Al momento l’ago della bilancia nelle votazioni del prossimo 8 Novembre è rappresentato da otto Stati “indecisi”. Secondo i rilevamenti e le proiezioni degli enti di statistica Real Clear Politics e Five Thirty Eight, unendo i sondaggi e il trend delle passate votazioni e gli orientamenti dei singoli Stati, la Clinton al momento ha la sicurezza di 251 grandi elettori, mentre Trump è fermo a quota 180. Ne restano 107, divisi tra Ohio (18), Florida (29), North Carolina (15), Arizona (11), Nevada (6), Iowa (6), Colorado (9) e Virginia (13). Se ad esempio Trump dovesse perdere in Florida, questo significherebbe già dire addio ad ogni speranza di arrivare alla Casa Bianca.
LA PARTITA – La partita ora si gioca sul voto, fondamentale, degli afroamericani. Come ben sa il presidente Obama che nelle ultime due elezioni ha trionfato proprio grazie al supporto di questa comunità. Ed è per questo che il presidente uscente si è esposto chiedendo agli afroamericani di votare per la Clinton. Nel programma radiofonico “Tom Joyner Morning Show” ha esplicitamente detto: “Anche se non si vota sul mio nome è in gioco la nostra eredità. Una eredità che non possiamo dare per scontata”. Chiedendo poi di passare il testimone ad una persona in grado di continuare il suo lavoro, perché ha ammesso che in 8 anni non si può risolvere tutto ma non bisogna perdere quanto di buono fatto fino ad oggi. E chiudendo poi con un accenno al fatto che in caso di vittoria di Trump anche l’orticello di Michelle alla Casa Bianca sparirebbe.
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