Tippi Hedren accusa Hitchcock di molestie sessuali

Molestie sessuali. È questa l’accusa mossa da Tippi Hedren, fra le pagine del libro “Tippi: A Memoir”, nei confronti di Alfred Hitchcock. Che il loro, non fosse stato un rapporto facile, era risaputo. Ma i nuovi particolari che emergono dalla sua autobiografia hanno un sapore inquietante, al pari dei film dello stesso “regista del brivido”.

Tippi Hedren (madre dell’attrice Melanie Griffith), ha oggi 86 anni e, oltre ad essere stata una delle muse di Alfred Hitchcock, ne è stata anche la vittima. Messo nero su bianco, il racconto di Tipi Hedren, descrive in modo puntuale e ricco di particolari, l’ossessione e la molestia persistente subita da Alfred Hitchcock. Stando al ricordo dell’attrice, tutto cominciò quando venne notata dal regista, il quale la volle protagonista de “Gli uccelli” del 1963: “Ma signora, “assalire” è una parola un po’ grossa, non crede? Gli uccelli non hanno mica l’abitudine di assalire la gente senza motivo, no?”. Sembrano una giustificazione o una dichiarazione d’intenti, queste parole che Hitchcock fa pronunciare allo sceriffo Al Malone nel film. Bionda e slanciata (la cifra del suo canone di bellezza), quando il regista la notò, invaghendosene perdutamente, Tippi era una delle modelle più in voga degli anni Sessanta. La prima aggressione, scrive, avvenne sui sedili posteriori di una limousine, dove Hitchcock avrebbe tentato di baciarla prima che lei fuggisse dall’auto: “Senza nessun preavviso, si è buttato sopra di me e ha tentato di baciarmi […] riuscii a divincolarmi e ad allontanarmi dall’auto […] Fu un momento veramente ma veramente terribile”. Le violenze ai danni di Tippi Hedren mettono in luce anche la crudeltà del regista non corrisposto nelle attenzioni, sul set de Gli Uccelli, per farle un dispetto, utilizzò veri volatili anziché animali meccanici: “È stato crudele, brutale, implacabile”. Sessuale, perverso e orribile, più Tipi lo combatteva, più lui diventava aggressivo non esitando ad aggiungere minacce terribili. La sete di sopruso continuò anche durante le riprese del film “Marnie” (1964): la Hedren racconta di una porta segreta sul suo camerino, da cui Hitchcock la spiava soddisfacendo la sua ossessione. Dettagli raccapriccianti, questi che Tippi Hedren narra nella sua autobiografia e così, in men che non si dica, da “regista del brivido”, Alfred Hitchcock si aggiudica anche il premio di “uomo da brivido”.

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