Aspettando “Direttori d’orchestra” al Centrale Preneste
Domenica 30 ottobre, per il terzo appuntamento della Rassegna Infanzie in gioco, sarà in scena Direttori d’orchestra al Centrale Preneste Teatro. Lo spettacolo, il cui titolo integrale è in realtà Direttori d’orchestra. La magica fiaba delle quattro stagioni, è prodotto e realizzato dal Teatro Potlach. Nathalie Mentha, componente della Compagnia e interprete dello spettacolo, ci ha svelato qualche anticipazione riguardo l’imminente rappresentazione e ha raccontato l’importanza culturale dell’attività internazionale del Teatro Potlach.
In Direttori d’orchestra la musica è il pretesto della vicenda in cui due musicisti sono alle prese con una celeberrima composizione di Vivaldi. Essa resta spunto narrativo e colonna sonora, oppure diventa una “prima donna” nello spettacolo?
Resta punto narrativo e colonna sonora.
Direttori d’orchestra vuole trasmettere qualche messaggio ai più piccoli legato alla musica?
Nessun messaggio in particolare, a parte il fatto di non rinunciare a far vivere i sogni come quelli dei due personaggi: due inservienti che però sognano di essere un direttore d’orchestra e un primo violino.
I due protagonisti dello spettacolo, interpretati da te e Marcus Acauan, si ritrovano in scenette comiche, assurde e talvolta commoventi. È una celebrazione del gioioso mondo degli artisti di varietà e di strada. Nelle situazioni offerte da “Direttori d’orchestra” è possibile rintracciarvi anche uno specifico omaggio ai monumentali Stanlio e Ollio o ai Fratelli Marx, imparagonabili comunicatori nel panorama delle arti performative?
Sì, certo! Nella creazione dello spettacolo, e nelle sue numerose versioni che il Teatro Potlach ha realizzato fino ad oggi con diverse coppie di attori, ci siamo ispirati ai grandi Stanlio e Ollio, ai Fratelli Marx, al cinema di Charlie Chaplin e a molti altri grandi interpreti.
È uno spettacolo indirizzato ai bambini dallo spirito clowneristico. Dobbiamo aspettarci un coinvolgimento in prima persona dei piccoli spettatori?
Sì, i piccoli spettatori saranno chiamati a rispondere durante lo spettacolo, ma anche a rimanere il silenzio, complici delle azioni dei due protagonisti.
Il pubblico della Compagnia Potlach è costituito da grandi e piccini di tutto il mondo. Si può dire veramente che il Teatro sia un linguaggio universale? Che una stessa performance sia ugualmente efficace negli Stati Uniti, in Ungheria e in India?
Un linguaggio universale con diverse sfumature, a seconda dei paesi in cui ci troviamo a rappresentare! Tuttavia, nel nostro caso, è il lavoro interculturale ad essere sempre presente nella creazione degli spettacoli: è ciò che ci permette di comunicare con i diversi popoli, sia negli spettacoli per ragazzi che in quelli rivolti agli adulti.
Il nome della vostra Compagnia, “potlach”, deriva dalla lingua delle antiche tribù americane del nord ovest e si riferiva a delle feste invernali, in occasione delle quali gli ospiti ricevevano generosissimi doni. Un potlach successivo sarebbe stata un’occasione per contraccambiare tale generosità. Dunque lo spirito del potlach influisce sul vostro Teatro. Come definireste questo dono?
Lo spirito dei potlach influisce sul nostro Teatro nella generosità e nella curiosità, nell’avere cura; ma anche nello spreco di ore ed ore di lavoro per ottenere un risultato comune e soddisfacente per tutti i componenti di questo Teatro.
Particolarmente originale e stimolante lo sperimentalismo della Compagnia Potlach che porta il suo lavoro in tutto il mondo e che farà vivere un po’ di quella magia interculturale in “Direttori d’orchestra” . Qualche anticipazione ve l’abbiamo data, ma la vera sorpresa per tutta la famiglia sarà domenica 30 ottobre in via Alberto da Giurano 58.
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