Doctor Strange: l’ultimo capolavoro firmato Marvel
Avete presente questo link che girava sui social qualche tempo fa? Bene, dopo aver visto Doctor Strange, l’ennesimo capolavoro firmato Marvel, possiamo confermarlo: alte aspettative sugli uomini? Colpa della Marvel!
Benedict Cumberbatch, che a vederlo di primo acchito sembra essere un uomo piuttosto anonimo, nel ruolo del Dr Stephen Strange acquista sempre più fascino: un uomo arrogante e pieno di sé, diventato tale grazie alla sua professionalità come neurochirurgo, in seguito ad un incidente perde l’utilizzo delle mani. Da qui comincerà l’incredibile avventura del Doctor Strange: lui, così scettico nei confronti di tutto ciò che non ha una spiegazione razionale perché abituato a “guardare il mondo dal buco della serratura”, si ritroverà nell’orientale Kamar-Taj, dove apprenderà le arti magiche dall’Antico, lo stregone buono interpretato da una meravigliosa Tilda Swinton. Qui è in corso una battaglia contro le forze del male che progettano di impadronirsi del pianeta Terra: sarà così che Strange dovrà decidere se tornare alla sua vecchia vita o ergersi a paladino del mondo.
Niente di nuovo per quanto riguarda la trama, si sa; ma produrre un buon film è come scrivere un buon libro: la trama è sempre relativa, ciò che conta è come viene raccontata la storia in questione. E la Marvel in questo senso ha prodotto un ca-po-la-vo-ro, grazie anche agli effetti digitali e quindi al 3D: “corpi astrali” che si disgiungono dai corpi materiali in una successione di immagini quasi tangibili, mondi paralleli attraversati da un corpo fluttuante, i grattacieli di New York che sprofondano nel vuoto, palazzi e strade che si scompongono e ricompongono in un ritmo sostenuto che fa incollare lo spettatore allo schermo. Merito degli effetti digitali ovviamente e quindi del 3D, il che lo rende apprezzabile soprattutto agli occhi degli appassionati del genere; ma c’è da considerare un altro aspetto che va al di là del materiale e che riguarda l’evoluzione del personaggio stesso, per cui si passa dall’alto della superbia del Doctor Strange alla scoperta del suo lato umano. Dunque un percorso di crescita interiore che permette di apprezzare diversi temi, peraltro del tutto attuali (nonostante parliamo di un fumetto creato da Steve Ditko nel 1963): l’attaccamento ai soldi, alla carriera e la rinuncia ad una vita propria, che poi si svelano essere del tutto effimere data la precarietà della vita umana; quindi il ritrovare sé stessi attraverso la meditazione. E poi ancora la capacità di dominare la propria mente, riuscendo a superare i limiti che essa ci impone.
Cast eccezionale, effetti digitali stupefacenti, costumi e scenografie dal sapore orientaleggiante e grande plauso alla regia di Scott Derrickson: insomma Doctor Strange, nelle sale dal 26 ottobre, si conferma un film da 10 e lode.
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