In aumento prezzi smartphone e Web tax

Secondo i sondaggi che si fanno sempre a Natale, tra i regali più gettonati al primo posto si trova la tecnologia: tablet, smartphone e computer. Gli appassionati, però, dovranno affrettarsi a comprare il loro dispositivo preferito, infatti dal 2014, in Italia, aumenteranno di prezzo per via della nuova legge di stabilità passata alla Camera. Sostenuta anche dalla Siae, Società italiana degli autori ed editori.

Il 12 dicembre sono state discusse e approvate dalla commissione bilancio della Camera dei Deputati alcuni punti della legge di stabilità tra cui pensioni, lo stop agli affitti pagati in contanti e il contributo di solidarietà sui vitalizi parlamentari. Tra queste voci della legge, però, c’è anche quella che interessa tutti gli amanti della tecnologia. È stato inserito infatti un emendamento che prevede un aumento della “tassa Siae” che si applica su tutti i dispositivi dotati di memoria: quindi nel mirino non ci saranno solo tablet e smartphone, ma anche hard disk esterni, computer ed altri dispositivi. Il motivo di questo rincaro riguarda l’equo compenso, infatti la Siae aveva diminuito quello che riguardava vecchi videoregistratori e telefoni cellulari, quindi adesso ha deciso di puntare l’attenzione verso i nuovi mezzi tecnologici. Precisamente per “equo compenso” si intende un contributo che viene imposto ai produttori e distributori di prodotti elettronici che vengono utilizzati per riprodurre o registrare contenuti digitali. In pratica serve a tutelare e compensare i detentori di copyright dagli usi illeciti che il proprietario di questi dispositivi può fare, come scaricare musica o film illegalmente.
L’aumento previsto è del 70%, la Siae arriverà a percepire 210 milioni di euro, invece che 80 milioni, più nel dettaglio uno smartphone da 16 GB subirà un aumento di prezzo di 4 euro circa, se prima l’equo compenso era di 90 centesimi, dal 2014 salirà a 5,20 euro; per i tablet invece si passerà da 3,20 euro a 5,20, con un aumento di 2 euro sul prezzo, ed infine i computer con quasi 3 euro in più, da 3,20 a 6 euro.
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La Commissione Bilancio, oltre all’equo compenso, ha approvato anche la Web tax o Google tax, rendendo così l’Italia il primo Paese europeo ad aver introdotto questo tipo di tassa. L’emendamento della legge di stabilità prevede che i grandi colossi del web, come Google o Amazon, aprano una partita Iva italiana, così che tutte le vendite che effettuano in Italia (dalla pubblicità all’e-commerce) possano essere fatturate nel nostro Paese e così da rappresentare entrate per le casse dello Stato, visto che attualmente la fatturazione avviene in Paesi con regime fiscale agevolato. Anche se è già stata approvata, alcuni parlamentari del Pd, Giampaolo Galli e Marco Causi, hanno però sollevato dei dubbi, in quanto la Web tax potrebbe andare contro le normative europee, visto che a Bruxelles non è stato ancora esaminato il dossier.

 

Fonti: Ansa, Siae

 

 

 

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