Apple ferma iCar
Dopo il ridimensionamento del progetto Titan, ora Apple ferma iCar del tutto. Il lancio dell’azienda di Cupertino nel mondo dell’automobile era previsto per il 2019 ma forse qualcuno si è reso conto che costruire una macchina da zero non è come assemblare un telefonino. Nelle mire di Apple, la iCar, sarebbe dovuta essere una macchina dotata di sistemi per la guida semiautomatica. Il progetto, costoso e complesso, ha però richiesto, evidentemente, molto più tempo del previsto. Tanto da far rinunciare, per ora, il marcio della mela alla colonizzazione dell’automotive.
Il progetto era molto ambizioso. Da Apple non potevamo aspettarci diversamente. Nonostante tutte le ambizioni e tutti i soldi nelle casse della Mela magica, Apple ferma iCar. Non è un capitolo chiuso definitivamente, ne siamo certi, ma per ora molti impiegati del progetto Titan stanno presentando le dimissioni o vengono spinti a farlo. Certo, con un capitale da oltre 230 miliardi di dollari, la Apple non avrebbe problemi a comprarsi una casa automobilistica qualsiasi ma forse non è lo stile della casa di Cupertino. Se fanno qualcosa, la vogliono fatta bene, fatta da loro e con la mela stampata sopra. Altrimenti non c’è gusto. Non che in passato non ci siano state voci di un interessamento ad alcuni marchi del mercato automobilistico. Da Tesla a McLaren, l’occhio della Apple si era allungato su diverse Case automobilistiche. Ma i sogni di una macchina automatizzata erano troppo allettanti. E forse troppo ambiziosi per adesso. Tutti gli ingegneri e tutti i soldi del mondo non possono abbreviare i tempi di progettazione di un organismo complesso come quello di una vettura.
Il progetto Titan viene quindi fermato. Apple ferma iCar ma sicuramente rimarrà con un occhio vigile su un mercato che va nella direzione dell’automatismo. La casa di Cupertino potrebbe comunque continuare ad interessarsi di automobili, studiando sistemi di guida multimediale o di assistenza da vendere a chi poi sappia fare i motori. Il futuro dell’automobile ci riserva grandi sorprese.
Twitter: @g_gezzi