Nuovi e vecchi muri contro i migranti nel mondo
Vecchi e nuovi muri contro i migranti. La nuova serie del Washington Post, Raising Barriers, passa in rassegna molte delle barriere costruite nel mondo per arginare i fenomeni migratori. I numeri sono chiari: nel 2015 sono iniziati i lavori per l’innalzamento di nuovi muri e recinzioni in tutto il mondo, come non era mai accaduto prima nella storia. Il Washington Post ne annovera 63. Facciamo alcuni esempi. In Asia, India e Birmania stanno circondando il Bangladesh con centinaia di chilometri di filo spinato per bloccare i migranti e contenere l’estremismo religioso. Negli Stati Uniti, parte del confine con il Messico è già occupato da linee di recinzione e la proposta del candidato alla Casa Bianca, Donald Trump, di costruire un muro lungo il confine meridionale divide gli americani. La Tunisia sta erigendo una barriera nel deserto lungo i confini con la Libia, per proteggere i propri confini dall’insorgente Stato Islamico. In Medio Oriente, Israele ha realizzato una barriera di separazione nel 2002 a difesa degli insediamenti costruiti in Cisgiordania e Gerusalemme. Ora sta lavorando a due ulteriori muri, una barriera sotterranea intorno alla Striscia di Gaza e un altro ad est, lungo il confine con la Giordania.
Ma la maggior parte dei muri contro i migranti di nuova costruzione sono stati eretti all’interno dei confini dell’Unione europea, perché è qui che il calderone della migrazione ha di nuovo iniziato a ribollire. L’Ungheria ha avviato la realizzazione di un muro nel giugno del 2015, lungo il confine con la Croazia. All’inizio di quest’anno, l’Austria e altre nazioni si sono unite per arrestare il transito di migranti attraverso i Balcani e l’Ue ha stretto accordi con la Turchia per impedire ai richiedenti asilo di attraversare l’Egeo, così il viaggio di 60,000 migranti è stato arrestato in Grecia, a Idomeni. Austria e Italia si sono scontrate sulla richiesta della prima di costruire una barriera lungo il passo del Brennero, per fermare il flusso di migranti africani verso il cuore dell’Europa. Il Regno Unito ha annunciato che finanzierà la costruzione di un muro lungo l’ultimo chilometro di strada verso la città francese di Calais.
Come in passato, neanche i nuovi muri contro i migranti scoraggeranno il loro tentativo di fuggire dalla guerra e dal terrore e non vi sono soluzioni rapide, perché ancora molte persone continueranno a raggiungere i nostri confini o almeno ci proveranno. Come sostiene Chris Boian, portavoce dell’Unhcr, «oggi stiamo assistendo al disperato tentativo di fermare i migranti erigendo nuovi muri e recinzioni di filo spinato. Ma l’innalzamento di muri, la chiusura delle porte, il fisico impedimento al movimento delle persone da un luogo all’altro, non significa che le persone smetteranno di cercare di raggiungere quei luoghi. Le loro vite sono a rischio, continueranno a provarci e quando si alzano muri, accade che loro troveranno mezzi alternativi e ricorreranno ai trafficanti di esseri umani, ovvero al più pericoloso dei mezzi».
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