Marco Vannini: importanti testimonianze

Terza udienza del processo per l’omicidio di Marco Vannini, il giovane di Ladispoli che ha perso la vita il 17 maggio del 2015, per una ferita da arma da fuoco infertagli a casa della fidanzata Martina Ciontoli.

L’intera famiglia Ciontoli imputata per omicidio volontario e Viola Giorgini, fidanzata di Federico Ciontoli  rinviata a giudizio per omissione di soccorso, sono tutti a piede libero, nessuna misura cautelare è stata disposta nei loro confronti, solo un provvedimento della Direzione Generale della Marina militare per la sospensione precauzionale dall’impiego per il Ciontoli padre.

Durante la terza udienza, sono state ascoltate le testimonianze dei genitori della vittima, del medico del PIT di Ladispoli e dell’infermiera del 118.

Mamma Marina e Papà Valerio, sono chiamati a ripercorrere i tristi momenti di quella terribile serata, e raccontano  le versioni ridicole e contrastanti date dagli imputati sulla morte di Marco, che prima è scivolato dalle scale e poi si è ferito con la punta di un pettine facendo un inconsueto bagno nella vasca di casa Ciontoli.

Poi a parlare è Ilaria Bianchi, l’infermiera del 118 presente al momento  dell’arrivo di Marco in ospedale:  L’infermiera riferisce che i Ciontoli  le hanno dichiarato  che il povero ragazzo dopo essersi ferito con un pettine a punta aveva avuto un attacco di panico, ma Marco è lì, e l’incongruenza è più che palese. Allora il Ciontoli, senza fornire nessun dettaglio sulla dinamica dell’accaduto le chiede di non riferire nulla  circa la ferita da sparo, altrimenti avrebbe corso dei rischi per il suo impiego. Lo stesso viene più o meno confermato dal dott. Matera, prima la versione assurda del pettine, poi lo sparo accidentale:  “Marco aveva un ecchimosi sul cavo ascellare di destra, ma inizialmente non ho visto il proiettile, cosa che ho visto solo nella seconda analisi”- come riportato da  Terzo Binario- “se avessero dichiarato le reali condizioni di Marco, sarebbero cambiate le procedure di soccorso” chiosa il medico.

Nella prossima udienza del 26 ottobre, verranno sentiti il cugino di Marco, Alessandro Carlini, alcuni vicini e i carabinieri intervenuti sul posto la tragica sera della scomparsa del giovane Vannini. Se nel dettaglio ancora non è chiara la dinamica su come e chi abbia esploso il colpo fatale per Marco, non occorrono delucidazioni su chi sia colpevole: tutti dalla prima all’ultima persona presente al momento dello sparo hanno ucciso Marco, chi prima, chi mentre, chi ora, continuando a nascondere la verità.

 

 

Vai alla homepage di Lineadiretta24.it

Leggi altri articoli dello stesso autore

Twitter: @_MelaniaFusco_